Studente rapinato da tre coetanei, il “leader” confessa un altro colpo
Carcere per Youssef Idrissi. In luglio in piazzale Europa pestò una coppia
Reggio Emilia Ha confessato, Youssef Idrissi, 21 anni, il “leader” della banda di giovanissimi che domenica scorsa ha seguito uno studente 19enne, l’ha accerchiato e l’ha rapinato con un coltello per impadronirsi dei soldi contenuti nel suo portafoglio (75 euro).
Idrissi non solo ha ammesso la sua responsabilità sulla rapina, scagionando gli altri, ma anche ammesso un’altra rapina del luglio scorso che gli è stata contestata al momento dell’arresto. L’udienza di convalida avanti al gip Luca Ramponi si è conclusa con la permanenza dietro le sbarre per il pregiudicato 21enne, mentre i due complici 19enni incensurati hanno l’obbligo di firma una volta la settimana.
Domenica scorsa uno studente 19enne residente a Scandiano, appena sceso dal bus alla fermata di via Tassoni a Canali, era stato circondato da quattro sconosciuti (tre maschi e una ragazza 17enne, che ha filmato la scena con il cellulare ma non ha avuto il tempo di postare il video), che sotto la minaccia di un coltello gli avevano intimato di consegnare il portafoglio. Grazie all’accurata descrizione del giovane sconvolto la polizia di Stato aveva rintracciato il gruppo, dieci minuti dopo, alla fermata del bus successivo. Sequestrati un coltello e il bottino, un cacciavite e un frangivetro, una parrucca viola e il cellulare alla ragazza (che seguirà l’iter al Tribunale dei Minorenni di Bologna).
Ieri in tribunale a Reggio si è svolta la convalida dei tre arrestati in flagranza: tutti italiani di origine straniera. Idrissi – con un lungo curriculum alle spalle, era sottoposto alla misura dell’obbligo di firma per aver rubato il furgone di un disabile – si è assunto la responsabilità della rapina: è stata un’idea sua. Il 21enne ha dichiarato che quella domenica era ubriaco e poco lucido e ha addotto un movente passionale. «Sull’autobus quello guardava fisso la mia ragazza, pensavo ci volesse provare», perciò sarebbe sceso e, al termine di un litigio, avrebbe commesso la rapina. Il 19enne tutelato dall’avvocato Chiara Carletti ha dichiarato di non aver partecipato alla rapina e di essersi limitato ad assistere; ha compreso di aver sbagliato e chiesto scusa allo studente. Il cacciavite e il frangivetro che aveva addosso, a suo dire, erano da tempo in un marsupio. Versione simile quella dell’altro 19enne, difeso dall’avvocato Carlo Mussini: avrebbe indossato la parrucca viola dopo il fatto.
Il pm Maria Rita Pantani ha chiesto per il trio la custodia cautelare, sottolineando il pericolo di reiterazione, ma in carcere resterà il solo Idrissi visto che l’avvocato difensore Mario Di Frenna non ha potuto chiedere i domiciliari perché la madre lo ha rifiutato.
Conclusa la convalida per l’arresto in flagranza si è svolto a ruota, sempre davanti al gip Ramponi, l’interrogatorio di garanzia a carico del solo Idrissi. Una rapina violenta, quella del 9 luglio 2022, quando due fidanzati reggiani erano incappati in piazzale Europa in due malitnenzionati: uno (Idrissi) aveva bloccato le braccia, stretto al collo e colpito a schiaffi al volto il giovane per impossessarsi di un iPhone che il complice (Michele Vista, 22 anni, ora detenuto)aveva sfilato dalla tasca. La fidanzata, strattonata, era caduta a terra. Idrisis ha ammesso anche questo fatto, affermando che all’epoca era dipendente dalla cocaina e dalle metanfetamina, chiedendo di andare in una comunità di recupero. l