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Una pietra d’inciampo dedicata a Luigi Bellelli, deportato e morto a 20 anni

Adriano Arati
Una pietra d’inciampo dedicata a Luigi Bellelli, deportato e morto a 20 anni

Appuntamento domani alle 9.30 in via del Gattaglio 1 nell’omonimo quartiere. L’iniziativa coinvolge Istoreco e gli studenti del liceo Ariosto-Spallanzani

26 gennaio 2023
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Reggio Emilia Un’altra occasione di incespicare nella memoria di un giovane reggiano travolto dalla guerra. Domani, venerdì 27 gennaio, in occasione del Giorno della Memoria dedicato ai milioni di ebrei uccisi dai nazisti e dai loro alleati durante la seconda guerra mondiale, torna a Reggio Emilia la posa di una pietra d’inciampo, curata come sempre dall’istituto storico Istoreco. L’appuntamento è alle 9.30 al Gattaglio per ricordare Luigi Bellelli, partigiano deportato in Germania e morto di stenti a Eichenberg alla fine del 1944, a vent’anni di età. La nostra città è stata la prima in Regione ad importare questa forma d’arte collettiva ideata dall’artista berlinese Gunter Demnig e oggi sono oltre novanta quelle installate negli anni, dal 2015 ad oggi, dal Crinale alla Bassa. Una “Pietra d’Inciampo” è una piccola targa in ottone, di 10 centimetri per 10 centimetri, posta su un sampietrino e installata davanti alle case in cui le persone hanno vissuto liberamente prima di essere portate via dalla polizia fascista o nazista e successivamente assassinate. Nel progetto reggiano, le ricerche sulle singole biografie vengono sempre curate da Istoreco assieme alle scuole, spesso in compagnia delle classi che parteciperanno al viaggio della memoria. Nel 2023, dopo un biennio di pose ridotte e con numero limitatissimo di persone a causa dell’emergenza sanitaria, si torna alla formula pubblica e si riparte alle 9.30 dal centro di Reggio: in via del Gattaglio 1, nel cuore dell’omonimo quartiere a fianco del corso del torrente Crostolo. Lì, gli storici di Istoreco, il sindaco reggiano Luca Vecchi e le ragazze e i ragazzi del liceo Ariosto-Spallanzani coinvolti nel percorso renderanno omaggio a Luigi Bellelli. L’evento è aperto al pubblico e sarà visibile anche sulla pagina Facebook di Istoreco. Nato il 29 febbraio del 1924, Luigi Bellelli ha vissuto al Gattaglio con i genitori Fulgenzio e Adolfa Borghi e i fratelli maggiori Lina, Osmondo, Lea, Wally ed Enzo. Dopo aver frequentato le scuole locali fino alla quinta elementare, a sedici anni, l’8 novembre 1940, viene assunto alle Officine Meccaniche Italiane Reggiane con il ruolo di apprendista aggiustatore. Dopo essere stato lasciato in congedo illimitato provvisorio nei primi mesi del 1943, viene poi richiamato alle armi con la classe 1925. Il 29 novembre 1943 viene licenziato, proprio perché convocato nell’esercito di leva del distretto militare di Reggio Emilia. Nel frattempo, dall’11 novembre, era già impegnato nel terzo reparto di artiglieria, per poi essere trasferito al quarantesimo dipartimento provinciale. Il 5 giugno 1944 diserta e per questo è denunciato il giorno stesso al tribunale militare di Bologna. Sceglie di andare in montagna, e per un periodo si unisce ai partigiani. Nel suo foglio matricolare viene infatti riportata la sua adesione alla 76esima brigata SAP, attiva in terra reggiana. Catturato il 25 giugno 1944 come civile a San Giovanni di Querciola, sui colli di Viano, viene deportato in Germania a Khala, il grande stabilimento di produzione bellica dove tantissimi abitanti della nostra provincia, in particolare dell’Appennino, vengono mandati e usati come schiavi nelle fabbriche, in condizioni pessime. Bellelli è destinato al sottocampo di Eichenberg, dove muore il 22 dicembre 1944, ventun anni ancora da compiere. Alla sua memoria, decenni dopo, verrà titolato l’asilo nido comunale “Luigi Bellelli” in via Puccini 28, nel quartiere Regina Pacis. La cerimonia ufficiale del Giorno della Memoria, che ricorre il 27 gennaio come richiamo alla liberazione di Auschwitz-Birkenau da parte dell’Armata Rossa sovietica il 27 gennaio 1945, si svolgerà un paio di ore dopo, a mezzogiorno, nella sinagoga di via dell’Aquila, nel cuore di quello che un tempo era il ghetto ebraico cittadino. Dopo la lettura di un salmo da parte del rabbino Beniamino Goldstein, interverranno il sindaco Vecchi e il presidente della provincia Giorgio Zanni, prima di una visita alla sinagoga e alla mostra “I Giusti in Emilia Romagna: piccole e grandi storie di salvatori e salvati” allestita dagli storici di Istoreco.