Ha un infarto dopo la partita, due maestri di tennis gli salvano la vita
Enrico Zannoni, 58 anni, si trovava al circolo di via Hugo a Canali. Ora è fuori pericolo
Reggio Emilia Una partita di tennis al solito circolo. Poi l’infarto a bordo campo, il panico degli amici, la chiamata al 118. Una storia fortunatamente a lieto fine per Enrico Zannoni, 58 anni, che forse avrebbe avuto un esito tragico se nell’attesa dell’ambulanza due maestri di tennis non fossero prontamente intervenuti con il defibrillatore. Hanno dovuto trasmettere ben due scariche elettriche al suo cuore, per ricominciare a farlo battere. Ma facciamo un passo indietro: erano le 20.20 quando Jacopo Marchegiani e Andrea Govi, che stavano allenando nella struttura distante una decina di metri dal campo in cui Zannoni e compagni avevano appena finito di giocare, sono stati chiamati dai presenti spaventati per il malore di Zannoni. Subito corsi da lui, Marchegiani e Govi si sono mossi con freddezza e lucidità, seguendo scrupolosamente le indicazioni telefoniche dei sanitari. Soprattutto sapevano quello che stavano facendo, erano entrambi preparati: Andrea, addirittura, aveva fatto il corso Blsd (quello in cui si imparano le tecniche di primo soccorso e l'uso del defibrillatore semiautomatico esterno in caso di arresto cardiaco) solo tre giorni prima.
«Non avrei mai pensato sabato mattina di mettere in pratica tutto quello che avevo provato su un manichino – confessa il maestro di tennis – questo mi ha facilitato perché non ho dovuto pensare dove posizionare le piastre né come usare il defibrillatore: ce lo avevo bene in mente quindi è stato facile, non mi è sembrato nulla di straordinario, anche se lo è stato sicuramente il risultato finale cioè l’avere salvato la vita a una persona». «Abbiamo avuto paura, ma non abbiamo esitato a fare quello che dovevamo – le parole dell’altro maestro, Jacopo Marchegiani – con il senno di poi sono convinto che l’essere degli sportivi, degli agonisti capaci di gestire la pressione anche in situazioni molto meno serie di questa, ci abbia aiutato. E oggi siamo felici che Enrico stia bene».
«Quando sono arrivata al pronto soccorso mi hanno detto che se non ci fosse stato il loro intervento, tempestivo e accurato, mio marito non ci sarebbe più» ci tiene a sottolineare Annalisa Ferri, la moglie di Zannoni, che ieri è tornata in via Victor Hugo per ringraziare ancora i due maestri eroi, il direttore, la presidente e l’intero staff del circolo tennis di Reggio Emilia. Zannoni, che martedì scorso era stato trasportato al Santa Maria (dove ha subito un intervento di angioplastica), alcuni giorni fa si è svegliato dal coma. Fortunatamente non ha riportato danni cerebrali e oggi si trova all’ospedale di Castelnovo Monti per la riabilitazione. È fuori pericolo. Quello che è emerso, inoltre, è che il 58enne reggiano aveva un’arteria completamente occlusa dunque l’infarto lo avrebbe raggiunto in ogni caso: sarebbe potuto succedere in ufficio come al centro commerciale. Invece è capitato nella struttura sportiva che frequentava da una decina d’anni, dove erano presenti persone formate che sono state capaci di intervenire in suo soccorso. Il direttore del circolo tennis, Gabriele Dallari, parla di un vero e proprio miracolo.
«È un miracolo essere qui oggi a parlare di riabilitazione – spiega – .Da quando sono direttore ho sensibilizzato lo staff affinché tutti facessero il corso di primo soccorso, cosciente del fatto che si tratta di una formazione che può davvero essere determinante».
Cinque maestri di tennis, due di padel: tutti in questo circolo sono formati sul corretto utilizzo del defibrillatore, tranne uno che seguirà il corso la prossima settimana. «Oggi posso dire che è stata una scelta vincente», conclude. Dello stesso avviso è la presidente, l’avvocato Patrizia Pizzetti. «A volte succede che quando la dirigenza dei circoli chiede ai dipendenti di fare questi corsi vengano visti come una perdita di tempo – riporta Pizzetti – invece il messaggio che questa vicenda ci consegna è chiaro: sono importanti perché possono permettere di salvare la vita di una persona, come è successo a noi. Invito quindi tutte le strutture a dotarsi di un defibrillatore e a far seguire a tutto lo staff il corso, che io stessa ho deciso di fare. Perché la presenza di questo strumento non basta, occorre saperlo usare nel modo corretto». «E mi complimento con i nostri maestri per la freddezza che hanno avuto martedì scorso – aggiunge la presidente del circolo tennis di Reggio – siamo naturalmente felici per la famiglia ma il merito è tutto di Jacopo e Andrea, che voglio ringraziare ancora una volta a nome del circolo ma anche a titolo personale».