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«Tocca a noi curare la memoria» Gli studenti ricordano i deportati

Alice Benatti
«Tocca a noi curare la memoria» Gli studenti ricordano i deportati

Ieri in prefettura le struggenti letture di alcuni alunni del liceo artistico Chierici. Al centro la storia dei tanti reggiani che hanno vissuto gli orrori dei lager

28 gennaio 2023
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Reggio Emilia «Sinceramente? Non mi sento in pericolo, sento che la democrazia è ancora molto forte». A parlare è Francesco Zambelli, 18 anni, studente del Chierici, che insieme ad alcuni compagni ha dato voce ed emozione alle vite di alcuni reggiani che durante la seconda guerra mondiale conobbero gli orrori dei lager nazisti. Lui, ieri, “era” Giacomino Barbieri, tra gli insigniti delle medaglie d’onore. Ha letto con serietà, era preparato, ha commosso. «È stata un’emozione molto forte» commenta alla fine della cerimonia. «Sono storie che fanno immedesimare prima di tutto noi stessi ma anche gli altri nella sofferenza di queste persone». E sul significato che la Giornata della Memoria rappresenta per lui, risponde sicuro: «Come dice Liliana Segre – dice citando la senatrice, di cui proprio ieri sono stati denunciati gli ultimi venti “odiatori seriali”sul web – la Giornata della Memoria serve per difendere la democrazia, per non cadere negli inganni in cui si è caduti nel Novecento. Oggi ci possono certamente essere influenze negative ma non mi sento in pericolo: la democrazia è ancora molto forte».

Tra gli ingredienti della cerimonia di ieri, la musica è stata tra i principali.Con le bellissime voci di Debora Tinnirello, Nicole Fontani e Giada Ianni, la tromba di Tiziano Bianchi e la tastiera di Danilo Villa.

«Il liceo artistico continua nella tradizione di formare giovani cittadini, non solo nelle arti ma soprattutto nella coscienza civica» ha sottolineato un’altra studentessa, Martina Ghidoni, prima di annunciare i brani scelti per la giornata: da “Il vecchio e il bambino” di Francesco Guccini «per evidenziare il passaggio del testimone» a “Imagine” di John Lennon «per alimentare la pace» fino a “La libertà” di Giorgio Gaber «per concludere con un inno alla democrazia». «Mi è piaciuta tantissimo la scelta dei brani – tiene a sottolineare Nicole Fontani, 17 anni – è triste pensare a quello che è accaduto a persone innocenti. Io ho dei bisnonni che ne hanno fatto parte quindi è bellissimo essere qui oggi ad esprimere come la pensiamo attraverso il canto. Quella della memoria è una responsabilità che certamente sento, soprattutto in mezzo a un sacco di persone inconsapevoli e ad altri che rinnegano questo passato». Vicino a lei, Debora Tinnirello, 18 anni, ammette di sentire il peso di un futuro dove non c’è più spazio per gli errori e in cui occorre portare avanti il ricordo di quello che è stato. Un’altra studentessa del Chierici, la 18enne Noemi Schettino, ammette di essere stata fortunata a far parte di una classe che è stata coinvolta in un evento tanto significativo.

«In altre classi e scuole è un argomento che si affronta in storia ma su cui non si riflette con attenzione ogni 27 gennaio – spiega – dipende anche dalla sensibilità del professore. Noi non possiamo lamentarci perché ci siamo sentiti coinvolti: è stata una giornata importante e penso che questi valori debbano essere portati avanti ogni giorno anche nelle piccole cose». Dello stesso avviso è Gaia Ghidini, che durante la cerimoniaa Palazzo Allende ha letto un brano dello scrittore Gesualdo Bufalino. «Questa esperienza per noi è stata preziosa ma sono pochi gli alunni e le classi coinvolte. Io ho partecipato anche lo scorso anno ma quando eravamo in terza, ad esempio, la Giornata della Memoria non l’abbiamo affrontata molto. Mentre credo sarebbe importante poterne parlarne in classe, anche solo con un professore, ogni 27 gennaio».