Quattro elicotteri in campo ma l’aereo ancora non si trova
Nessuna traccia dell’ultraleggero del 61enne reggiano Ivano Montanari, neanche da terra. Neppure il rilevatore di cellulare capta segnali. Speranze sempre più esili
Pievepelago (Modena) Niente da fare. Un’altra giornata di ricerche, con ingente dispiegamento di uomini e mezzi, non ha portato alcun riscontro: non si è trovata traccia neanche ieri dell’aereo di Ivano Montanari, il 61enne di Reggio Emilia sparito nel nulla dalle 12.01 di sabato. Allora i rilevatori di posizione lo davano nella zona tra Sant’Annapelago e Piandelagotti.
E a questa segnalazione si è unita quella di alcuni residenti della zona, che hanno riferito di aver visto lì in sorvolo l’ultraleggero Eurostar Evektor EV-97 con ID310 che aveva noleggiato dalla Top Gun asd di Reggio per un volo che, da quanto si è appreso, doveva servire a scattare solo alcune foto in zona collinare.
Invece per motivi da chiarire si è spinto fino al crinale appenninico, incontrando nebbia, gelo e neve.
L’ultima sua comunicazione è stata: «Non ho più visibilità a causa della nebbia». Poi più nulla.
E ieri sera, a 36 ore ormai dal fatto, in un contesto segnato da temperature notturne molto sotto lo zero, le speranze di ritrovarlo in vita nel caso sia sopravvissuto allo schianto, si sono fatte flebili.
La ricerca aerea
È stata una giornata di ricerche con ogni mezzo, a partire da quelli aerei, che hanno avuto come base logistica l’aeroporto di Pavullo.
Qui già alle 7.45 è atterrato l’elicottero dei vigili del fuoco di Bologna (un AW 139), seguito a ruota dall’arrivo di altri tre elicotteri: quello dell’Aeronautica, un HH139B del 15° Stormo di Cervia (83° Gruppo volo Csar), quello della Guardia di Finanza (un AB 412 della sezione aerea di Pisa) e l’AB 212 del terzo Reparto volo della polizia di Stato di Bologna.
I quattro elicotteri si sono suddivisi a strisce l’area tra Sant’Annapelago e Piandelagotti perlustrandola anche con i più sofisticati strumenti di ricerca.
Le tecnologie
In particolare, sono stati utilizzati raggi infrarossi che permettono di rilevare la presenza di calore, e quindi del corpo di un essere vivente, fermo in movimento. L’elicottero dell’Aeronautica (che ha il coordinamento delle ricerche) poi era dotato di qualcosa in più: un sistema di ultima generazione che consente la rilevazione di un cellulare anche se non è agganciato ad alcuna cella telefonica. Anche in stato di offline insomma, magari perché la montagna ostacola le comunicazioni, riesce a trovarlo. Nulla può fare invece se il telefono è spento. Ivano Montanari aveva il telefono con sé, ma non è mai stato captato alcun segnale. Neanche ieri con questo strumento. Così come non hanno dato esito i droni.
Le ricerche su terra
Parallelamente, dalle prime ore del mattino sono riprese anche le ricerche su terra, coordinate dalla Prefettura, con in campo vigili del fuoco (da Pievepelago, Frassinoro, Fanano, Pavullo, Modena, Reggio, Ventasso e altre squadre fuori provincia) e Soccorso alpino (squadra Cimone e Badolo). Il quartier generale è stato sempre il Centro di Protezione civile di Pieve, dove hanno sede i vigili del fuoco volontari e la Misericordia. Via terra sono state perlustrate le zone di Sasso Tignoso e Alpicella e più in generale l’area tra la località “Fabbrica” di Pievepelago e monte Sant’Andrea. Data la presenza di un manto di neve di 60 centimetri, sono state impiegate anche squadre in assetto da sci alpinismo e quad cingolati. Con l’arrivo del buio le perlustrazioni sono state sospese per il fattore rischio troppo alto, anche in presenza dell’allerta valanghe. Stamattina riprenderanno tutte le attività. Ieri sera si stava valutando la possibile estensione all’area reggiana.