Ancora nessuna traccia dell’aereo disperso. Si spera nel sonar delle valanghe
Dal Trentino una strumentazione speciale per trovare Ivano Montanari
Reggio Emilia Niente, anche dopo il terzo giorno di ricerche. Nessuna traccia ancora dell’aereo di Ivano Montanari, il 61enne di Reggio con cui si è persa ogni forma di contatto sabato alle 12.01.
È decollato dal Campovolo per quello che doveva essere solo un breve volo, pare per fare alcune foto, ma poi è finito in mezzo al maltempo e alla nebbia che attanagliavano in quel momento le zone di crinale, e in particolare quella di Sant’Annapelago, dove c’è stato l’ultimo avvistamento. «Non ho più visibilità a causa della nebbia, rientro». Questa l’ultima drammatica comunicazione radio con l’aeroporto di Reggio. Poi più nulla.
Ieri sono riprese in modo massiccio le ricerche sul fronte modenese, con le due basi operative. Al Centro di Protezione civile di Pievepelago quella per la ricerca su terra, con in campo vigili del fuoco (Fanano, Frassinoro, Modena e squadre fuori provincia), Soccorso alpino (squadra Monte Cimone) e carabinieri, con il coordinamento della Prefettura.
All’aeroporto di Pavullo la base per la ricerca aerea, che ha visto in campo gli elicotteri di vigili del fuoco, guardia di finanza e Aeronautica, che coordina le operazioni dall’alto. Come sabato e domenica, sono stati messi in campo anche sofisticati strumenti, come le termocamere a infrarossi e uno speciale rilevatore di telefoni che consente all’Aeronautica di rilevare qualsiasi apparecchio, anche se offline, purché acceso. In campo anche i droni dei vigili del fuoco, guidati dalle squadre di specialisti della Lombardia.
Da terra, in presenza di un metro di neve, le perlustrazioni sono andate avanti con le squadre di scialpinismo, motoslitte e quad.
Ci si è concentrati soprattutto sulla zona di Sant’Annapelago, dove a quanto pare ci sono più testimonianze di persone che riferiscono di aver visto il suo ultraleggero Eurostar Evektor EV-97 (che aveva noleggiato dalla Top Gun asd di Reggio), volare a quota molto bassa nel tentativo di fare rientro a Reggio. Ma non c’è stato nessun riscontro purtroppo.
Nel tardo pomeriggio di ieri c’è stato un briefing tra i ricercatori e la prefettura, in una riunione in videocollegamento. Si è deciso di ripartire oggi all’alba con due novità su entrambi i fronti.
Su quello di terra, un invio più massiccio di squadre per andare a perlustrare quei punti che dall’alto rimangono troppo coperti. Data la grande quantità di neve, bisognerà procedere soprattutto con sci e motoslitte.
L’altra novità è l’arrivo di un elicottero con sonar, per scandagliare il territorio alla ricerca del metallo dell’aereo, a partire da quello del motore. Il mezzo in arrivo, a meno di imprevisti, è l’ elicottero speciale B3 del Soccorso alpino di Trento, attrezzato per la ricerca dispersi. È uno dei tre soli mezzi presenti in Italia con questo tipo di apparecchiature, a conferma del fatto che si sta facendo davvero ogni sforzo possibile per il ritrovamento di Ivano. Il sonar, chiamato Recco, è un apparecchio che da lontano assomiglia un po’ a un cestello: è quello che viene utilizzato di solito per individuare i dispersi in valanga. La campana sonica viene messa in funzione da un’altezza di circa 100 metri: le onde emanate raggiungono una superficie ampia 200 metri quadrati, e segnalano la presenza di materiale metallico. Lo strumento stava per essere messo in campo anche a giugno per la ricerca dell’elicottero scomparso con sette persone a bordo, ma quello stesso giorno avvenne il ritrovamento sul monte Prado.
Con questi nuovi sforzi, si spera di ottenere qualche riscontro. Anche se purtroppo ormai le possibilità di ritrovare in vita il pilota, dopo tre notti con temperatura fortemente sottozero, sono davvero ridotte al lumicino. l