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Il centrodestra mette nel mirino la Casa Arcobaleno di Reggio

Il centrodestra mette nel mirino la Casa Arcobaleno di Reggio

Scontro in consiglio regionale. Lega e FdI alla carica: «Troppi dubbi»

03 febbraio 2023
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Reggio Emilia «Qual è il modello di intervento su cui è basato il progetto denominato Casa Arcobaleno di Reggio Emilia?». A porre il quesito generale, che riassume un atto ispettivo particolarmente articolato, sono i leghisti Maura Catellani (prima firmataria) insieme ai colleghi Matteo Montevecchi, Fabio Liverani e Valentina Stragliati.

L’oggetto delle delucidazioni richieste da Catellani è la Casa Arcobaleno di Reggio Emilia, inaugurata dopo una raccolta fondi e annunciata nello scorso novembre in municipio e destinata ad essere, secondo le parole del presidente Arcigay Gioconda, «un rifugio sicuro dove accogliere le persone Lgbti+ in fuga da situazioni familiari o sociali di rifiuto e talvolta di violenza».

Sui criteri di accesso delle persone omosessuali rifiutate dai familiari e in emergenza abitativa, la Lega parla di «totale discrezionalità» da parte del gestore Arcigay.

Proprio sulle modalità di collaborazione tra il Comune di Reggio Emilia e l’associazione Arcigay Gioconda si concentrano la maggior parte dei quesiti posti dalla consigliera leghista. Catellani chiede «a che titolo ed esattamente con quale ruolo e attraverso quali strumenti legislativi il soggetto Acer (strumento del quale i Comuni e la Provincia di Reggio si avvalgono per la gestione unitaria del patrimonio di Erp) sia coinvolto nel progetto». Oltre a chiedere informazioni dettagliate sulla proprietà dell’immobile messo a disposizione, l’esponente del Carroccio chiede l’eventuale livello di coinvolgimento della Regione nel progetto e «a che titolo e con quale modalità Arcigay Gioconda di Reggio Emilia sia stato individuato di fatto quale unico soggetto erogatore dei servizi della Casa Arcobaleno». Ulteriori quesiti riguardano i titoli di accesso alla casa e «se fra i soggetti che possono accedere all’accoglienza abitativa e relativi servizi sono ricompresi anche minori».

In fase di replica l’assessora alle Pari opportunità Barbara Lori ha chiarito che «il progetto, che non vede in alcun modo il coinvolgimento della Regione, fa seguito al documento di programmazione del Comune di Reggio Emilia per l’accoglienza temporanea di persone Lgtbi* in difficoltà». L’assessore ha poi sottolineato che l’immobile è di proprietà comunale e nella sua gestione non è stata coinvolta Acer. «La gestione della casa arcobaleno – continua Lori – è stata affidata ad Arcigay Gioconda tramite procedura di evidenza pubblica». Per quanto riguarda la definizione dei requisiti di accesso alla struttura, l’assessora ha chiarito che «amministrativamente non è verificabile l’orientamento sessuale in quanto pratica discriminatoria e la gestione degli accessi è demandata ad Arcigay». Il piano, infine, è stato giudicato da Lori come «lodevole e coerente con la normativa e le linee guida regionali contro le discriminazioni da orientamento sessuale».

La consigliera Catellani si è detta «assolutamente insoddisfatta e preoccupata per le risposte ottenute. Come si fa a definire lodevole e coerente un progetto privo di criteri oggettivi per l’accesso? Dov’è la tutela dei diritti di tutti in questa gestione?».

«Le parole dell’assessore Lori – rincara Giancarlo Tagliaferri, consigliere regionale di Fratelli d'Italia – sono fonte di confusione e difficilmente potranno convincerci della bontà di un progetto che sembra più la ricerca del consenso in (legittimi) settori della società che la risposta ai problemi veri delle persone».