Gazzetta di Reggio

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Fu arrestato per mazzette all’Aipo: ora è indagato per lo stesso motivo

Jacopo Della Porta
Fu arrestato per mazzette all’Aipo: ora è indagato per lo stesso motivo

Vent'anni fa anni un imprenditore povigliese fu accusato di avere pagato tangenti: ora è coinvolto in un’inchiesta simile

05 febbraio 2023
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Poviglio L’indagine della Guardia di finanza e della procura di Parma, relative a un presunto giro di mazzette in cambio di appalti, ha un che di déjà-vu. Vent’anni fa, infatti, la Guardia di finanza, in quella circostanza di Torino, arrestò otto persone, sei funzionari di Aipo e due imprenditori.

Allora, come mercoledì scorso, le fiamme gialle si recarono a Poviglio, a casa di Paolo Ubaldi, oggi 74enne, amministratore delegato della Moteco di Milano, che ha sede anche a Parma in zona Paradigna.

Nel 2003 Ubaldi, che è nato a Lesignano Bagni, venne arrestato, stessa sorte che toccò al vicedirettore di Aipo di Parma e altre persone.

La recente indagine è in fase preliminare e gli indagati sono a piede libero.

L’inchiesta parmigiana è, infatti, agli esordi, perché i militari l’hanno avviata “per caso”, mentre stavano seguendo il direttore di Aipo Meuccio Berselli per un’altra ragione: verificare un presunto uso indebito dell’auto di servizio.

Scambio di soldi

A gennaio, come scritto ieri, gli investigatori hanno assistito a uno scambio di una busta tra il direttore e Ubaldi: le fiamme gialle sono subite intervenute e hanno constatati che all’interno vi erano tremila euro. Non essendo stata avviata in precedenza alcuna indagine, quello scambio non si è qualificato come un reato in flagranza, perché erano necessari ulteriori approfondimenti.

In una seconda circostanza, la Guardia di finanza ha documentato un incontro tra due impiegate della Moteco, anche loro residenti nel Reggiano, l’imprenditore e un funzionario dell’Aipo, a casa del quale, mercoledì scorso, sono poi saltati fuori 23mila euro. Che i soldi siano stati dati in cambio di appalti si tratta di un’ipotesi che attende di essere vagliata e la procura è al lavoro per accertarlo.

Ieri abbiamo contattato il difensore dell’imprenditore residente a Poviglio, Federica Ceresini, che però non ha voluto rilasciare dichiarazioni, in quanto ci sono ancora molti aspetti da chiarire.

Tanti lavori a Reggio

La Moteco è una ditta molto attiva in Emilia, ma anche nel resto d’Italia.

Dalle delibere comunali disponibili online si può vedere che ha svolto diversi lavori nella nostra provincia.

In passato aveva svolto anche interventi per il rialzo degli argini del Crostolo.

L’indagine del 2003 era scaturita dagli accertamenti svolti dopo la grande piena dell’anno precedente.

In quella circostanza i magistrati avevano portato alla luce un sistema di tangenti, nel quale gli imprenditori versavano ai funzionari tra il 4 e il 5% degli importi degli appalti che ottenevano.

Braccio di ferro

Intanto resta molto calda la questione della richiesta di dimissioni avanzata dal comitato d’indirizzo di Aipo, composto dagli assessori delle quattro Regioni costitutive, Emilia-Romagna, Piemonte, Lombardia e Veneto, al direttore Aipo Meuccio Berselli.

«Al momento il direttore ritiene inopportuno dimettersi ma ha chiesto al comitato interdisciplinare dell’Aipo di sospenderlo per garantire all’ente di poter operare con la necessaria serenità», spiega l’avvocato parmigiano Alberto Montanarini.

Ieri mattina Berselli ha spedito una Pec con la quale chiede di attivare la procedura di autosospensione. Lunedì non dovrebbe dunque recarsi al lavoro. Potrebbe profilarsi un braccio di ferro, perché le Regioni, che lo hanno nominato, vorrebbero che lasciasse l’incarico, mentre il direttore chiede un provvedimento meno definitivo, in attesa che si chiarisca la situazione.

Resta una vicenda molto delicata, sia per le implicazioni politiche, sia per i tanti cantieri del Pnrr che riguardano il fiume Po.

«Il Comitato di indirizzo di Aipo venerdì ha scritto anche che si riserva di assumere ogni altra decisione in relazione all’evolversi dell’indagine». l