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Accusa il padre di averla stuprata: «Tutto falso e non è sua figlia»

Tiziano Soresina
Accusa il padre di averla stuprata: «Tutto falso e non è sua figlia»

Nell’estate 2020 l’arresto dell’uomo, ma dalle indagini difensive è emersa la verità: la 15enne si inventò la violenza perché non voleva tornare in Africa con la famiglia

07 febbraio 2023
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Reggio Emilia Le accuse pesantissime al padre («Mi ha stuprato» denunciò la 15enne in questura nell’agosto di tre anni fa) costarono il carcere al genitore, ma si riveleranno pian piano un autentico boomerang per la minorenne grazie alle indagini difensive dell’avvocatessa Annalisa Miglioli, con rivelazioni a dir poco delicate se non sconvolgenti per quel nucleo familiare originario del Ghana.

Il padre – che ora ha 38 anni – viveva da tempo in Italia (dove lavorava come operaio) quando nell’estate del 2020 gli cascherà il mondo addosso: perderà il lavoro in pieno Covid e la famiglia va in grosse difficoltà economiche, mettendosi nell’ordine di idee di rientrare in patria. Un anno prima, precisamente nel settembre 2019, al nucleo familiare si era unita un’ulteriore figlia dell’uomo: da nove anni lui la manteneva in Ghana, cioè dal momento in cui l’ex compagna gli aveva rivelato che era nata dalla loro relazione. Pur sorpreso, l’operaio si era assunto subito le sue responsabilità, facendo poi trasferire la ragazzina in Italia, essendo d’accordo anche la nuova compagna da cui aveva avuto altri figli. Nell’estate 2020 la situazione già precaria precipita, perché la 15enne scappa di casa e si rivolge alla questura denunciando il padre di cose orribili fra le mura domestiche: palpeggiamenti, uno stupro in camera da letto tappandole la bocca. La minorenne veniva allontanata dal nucleo familiare e il padre poco dopo la denuncia sarà incarcerato. Disperato, l’operaio si proclama innocente e qui iniziano le indagini difensive, subito tese a rendere meno dura la misura restrittiva (il legale otterrà gli arresti domiciliari, poi l’obbligo di firma, infine la liberazione). Ma quanto scoprirà l’avvocatessa Miglioli andrà molto al di là della prova che la 15enne ha mentito. Perché visto quanto accaduto, la madre naturale della minore vuoterà il sacco: falsificando di ben 5 anni avanti il certificato di nascita della ragazza (corrompendo qualcuno in Ghana) aveva reso credibile all’ex compagno che fosse figlia sua, perché apparentemente nata durante la loro relazione. Persino il passaporto era falso e aveva fatto tutto ciò per garantire alla figlia un futuro migliore in Italia, sapendo che l’ex compagno aveva un lavoro stabile, mentre lei arrancava in cattive condizioni economiche. Ma la donna sapeva anche che la figlia di tornare in Africa non ne voleva proprio sapere (come ormai deciso dalla famiglia con cui viveva in Italia), da qui l’orrenda invenzione di essere stata violentata dal padre. Tutto messo nero su bianco questo racconto-shock nel dossier difensivo, mentre dall’incidente probatorio arriveranno altre “picconate” alla versione della ragazza. La perizia escludeva sia che la 15enne avesse avuto rapporti sessuali, sia che l’accusato fosse suo padre (decisivo il test del Dna). Anche l’interrogatorio protetto metterà in evidenza le innumerevoli contraddizioni nel racconto della minorenne, a tal punto che il perito darà un giudizio di non credibilità di quanto denunciato dalla ragazza. Una ricostruzione difensiva talmente schiacciante che – nel mese scorso – ha portato il gup Dario De Luca ad assolvere nella formula più ampia l’operaio ghanese «perché il fatto non sussiste». Assoluzione che in aula aveva trovato in precedenza d’accordo accusa e difesa, inoltre il Comune – costituitosi parte civile con il proprio legale – non ha depositato alcuna conclusione. In aula la figlia fasulla non c’era. Il 38enne , vera vittima di questa storiaccia, ha cercato di mettersi tutto alle spalle trovando lavoro in Islanda. Fine di due anni e mezzo d’inferno. 

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