Gazzetta di Reggio

Reggio

Cani meticci venduti come se fossero di razza, un allevamento nei guai

Cani meticci venduti come se fossero di razza, un allevamento nei guai

In tutto sono sei le persone indagate, compresi i due veterinari che hanno registrato i cani all’anagrafe canina

10 febbraio 2023
3 MINUTI DI LETTURA





Reggio Emilia. Nei guai un allevamento reggiano accusato di aver venduto cani meticci spacciandoli per cani di razza.

L’operazione ribattezzata “Hello Spank” era scattata la mattina dello scorso 16 gennaio quando i carabinieri forestali, con il coordinamento della Procura della Repubblica di Reggio Emilia, si sono recati in un allevamento del capoluogo per eseguire dei controlli. Nel mirino anche tutte le sedi legali e operative delle società ad esso collegate, oltre all’ambulatorio veterinario che aveva registrato i cani e le stesse abitazioni degli allevatori.

In tutto sono sei gli indagati per i reati di truffa, frode nell’esercizio del commercio, oltre a vari falsi ideologici in atti pubblici commessi dai due veterinari che, con la complicità degli allevatori, hanno prodotto la documentazione di identificazione e tracciabilità dei cani dichiarando che fossero di razza.

Più di cinquanta i cuccioli sequestrati. Dopo la convalida del sequestro da parte del Giudice per le indagini preliminari, 41 sono stati restituiti agli indagati che ora potranno venderli solo come meticci. Quelli dotati di pedigree (il certificato di iscrizione a uno dei registri del libro genealogico che garantisce l’appartenenza a una determinata razza) sono stati mantenuti sotto sequestro: gli accertamenti genetici sulle cucciolate hanno infatti rivelato che solamente tre dei nove cuccioli sottoposti a test parentali sono realmente figli di fattrici e stalloni presenti in allevamento, indicati come tali dagli stessi indagati e identificati nella documentazione presentata ad Enci (l’Ente Nazionale Cinofilia Italiana), per il rilascio del pedigree. Tutti i pedigree relativi alle rimanenti cucciolate sono stati invece immediatamente bloccati dall’Enci che provvederà a comunicare quanto accaduto agli ignari acquirenti i quali potranno così sporgere querela per la truffa subita.

A richiamare l’attenzione degli investigatori era stata proprio la denuncia di un acquirente che, in poco tempo, aveva dovuto dire addio all’amico a quattro zampe acquistato presso l’allevamento reggiano, a causa di una grave malattia ereditaria. Dopo avere cercato invano di reperire informazioni sulla discendenza del cucciolo e sullo stato di salute di genitori e fratelli, il proprietario del cane si è rivolto ai carabinieri forestali. A tale triste evento sono seguiti gli approfondimenti: incrociando le informazioni acquisite da certificati e documenti, banche dati e annunci online dal sito Subito.it, i militari hanno messo in luce numerose irregolarità.

Alla base del sistema per la vendita di cani meticci spacciati per cani “di razza”, c’era anche l’intervento dei medici veterinari di fiducia che, secondo gli investigatori, hanno registrato numerosi esemplari in anagrafe canina con informazioni inesatte, spesso omettendo di indicare la provenienza ma dichiarandone tuttavia l’appartenenza a una razza. Tutto questo, però, senza che la maggior parte dei cani in questione fosse davvero provvista di un pedigree.

Nel corso delle attività sono state effettuate anche le opportune verifiche sulle modalità di gestione dell’allevamento e il benessere degli animali, mettendo in luce evidenti irregolarità anche nella gestione della scorta di farmaci veterinari, alcuni dei quali privi di prescrizione medica, o conservati in modo inadeguato e ben oltre il termine di scadenza previsto. Nonostante le violazioni riscontrate, tutti i cani oggetto di controllo si trovano in buone condizioni di salute.