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«Il Po è in manifesta sofferenza». E ci sono già timori per l’estate

«Il Po è in manifesta sofferenza». E  ci sono già timori per l’estate

Portata e livello del fiume sono sotto la media del periodo

10 febbraio 2023
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Boretto Meno di 600 metri cubi al secondo e un livello di meno 3 metri e 20 centimetri sotto allo zero idrometrico. Questi i dati aggiornati relativi al fiume Po a Boretto, che si inseriscono in un più ampio quadro generale di “manifesta sofferenza”, come ha evidenziato ieri il primo Osservatorio ufficiale dell’Autorità di bacino distrettuale nel 2023.

Dopo le 18 sedute organizzate l’anno scorso, l’Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici ha visto seduti al tavolo – insieme all’Autorità – le regioni e le relative agenzie di monitoraggio e tutti i portatori di interesse dell’area padana coinvolti nella gestione della risorsa idrica. Purtroppo, ciò che è emerso dalle singole relazioni presentate dai relatori tecnici intervenuti al meeting, evidenzia una situazione di conclamato deficit idrico in gran parte delle regioni del nord, Piemonte e Lombardia in testa ma anche in Veneto e Trentino e un gap, meno marcato rispetto allo scorso anno, nell’area emiliano romagnola dove le ultime piogge, corredate da alcune nevicate, hanno contribuito a ricaricare i torrenti appenninici e di conseguenza ad incrementare le portate del grande fiume.

Il Po registra infatti portate oscillanti ma sostanzialmente in progressivo calo, con livelli sopra i minimi storici, ma ben al di sotto delle medie del periodo. E se una delle principali criticità dello scorso anno fu proprio il perdurante e scarso riempimento dei grandi laghi alpini, anche quest’anno le avvisaglie monitorate dagli enti regolatori rappresentano già una soglia di risorsa invasata ad oggi estremamente scarsa per rappresentare una “scorta” in grado di rispondere, se non pioverà ancora abbondantemente, alle esigenze dei prossimi mesi in cui prenderà il via la stagione dell’irrigazione. Il livello di invaso dei grandi laghi è generalmente stazionario. Anche sul fronte delle temperature si registra un incremento generalizzato di 1°-1,5°C in gennaio, mentre la neve, che a differenza dello scorso anno è caduta (con quantità inferiori alle medie, superiori alle minime) è comunque risultata scarsa sui rilievi alpini e quindi non sufficiente per alimentare con continuità anche i bacini artificiali deputati alla produzione di energia idroelettrica. Anbi, l’associazione dei Consorzi di Bonifica, ha sottolineato che, come lo scorso anno, si sia completamente dipendenti dalle incerte future precipitazioni per iniziare l’irrigazione continuativa delle colture. Ad inizio seduta il segretario Generale di AdbPo Alessandro Bratti è intervenuto sulla situazione generale che si sta delineando nel distretto, rimarcando la necessità di intervenire per tempo sulle leve legislative a disposizione della governance distrettuale per poter affrontare le potenziali crisi idriche con strumenti decisionali idonei ai livelli delle necessità. «La normativa del 2006 – ha spiegato - richiede un adeguamento rispetto alla governance territoriale a causa dei mutamenti climatici. Sarebbe necessario, quindi, mettere mano alla legge per incrementare le possibilità di adattamento alle crisi idriche e le opportunità di difesa». Complessivamente il livello di severità idrica è dunque confermato medio, (arancione) con assenza di precipitazioni. L’Osservatorio tornerà a riunirsi il prossimo 9 marzo. l

A. V.

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