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«Io sopravvissuto al sisma in Turchia. Qui c’è bisogno dell’aiuto di tutti»

Nicolò Valli
«Io sopravvissuto al sisma in Turchia. Qui c’è bisogno dell’aiuto di tutti»

Il rubierese Pasquale Brau scrive al sindaco. L’appello proviene direttamente dalla città di Kahranmanmaras, epicentro del tremendo terremoto che ha devastato Turchia e Siria provocando migliaia di morti

10 febbraio 2023
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Rubiera L’appello proviene direttamente dalla città di Kahranmanmaras, epicentro del tremendo terremoto che ha devastato Turchia e Siria provocando migliaia di morti. Impressionanti le immagini mostrate in questi giorni, con le case sgretolate ed interi palazzi collassati su se stessi e le stori che giungono. La vita di Pasquale Brau, cittadino a Rubiera e in Medio Oriente per conto di una ditta di Scandiano, è stata stravolta dalla fortissima scossa di lunedì 6 febbraio. Una scossa che l’ha fortunatamente risparmiato, al contrario di tanti altri attorno a lui, ma che l’ha segnato profondamente.

A poche ore dal volo che lo riporterà in Italia, Pasquale (che a breve diventerà nonno) ha affidato ai social network le proprie sensazioni.

In particolare, ha scritto sulla bacheca Facebook del sindaco di Rubiera Emanuele Cavallaro, facendo capire com’è realmente la situazione che stanno fronteggiando le popolazioni colpite e sollecitando, di conseguenza, aiuti economici.

«Domenica notte alloggiavo all’hotel Alcazar a Kahranmanmaras, epicentro del sisma 7.9- si legge dal suo testo- Ne sono uscito indenne da quei terrificanti 2 minuti dove tutto era un boato unico, palazzi che cadevano di fianco a me, il mio hotel ha semi retto e sono riuscito a correre lungo le scale semidistrutte e uscire fuori, non so nemmeno io come. Sono stato fortunato e sabato (domani) rientro in Italia, a Rubiera dove la mia famiglia mi aspetta». «Le ho scritto – prosegue – per dirle che la situazione di questi centri è terribile, c’è freddo sono senza luce acqua e i telefoni funzionano malissimo, quindi anche comunicare è quasi impossibile».

Poi la richiesta si fa più dettagliata. «C’è bisogno del sostegno da parte di tutti – prosegue Brau – Io nel mio piccolo ho dato un aiuto lì in loco, ma ero solo, non c’erano italiani con me per dare sostegno anche se ho trovato chi per una notte mi ha portato a casa sua e mi ha fatto mangiare, bere e anche se in una tettoia di lamiere chiusa con dei teli e con due stage a legna mi hanno scaldato e asciugato dai vestiti da lavoro che indossavo quel giorno sotto una pioggia battente».

«Non voglio avere visibilità, mi creda, ma credo che da cittadino italiano e rubierese fosse mio dovere informare lei che io sto bene; sono ad Adana in un hotel e aspetto con molta ansia il volo che sabato mattina mi porterà a casa. La saluto e buon lavoro!» conclude.

Immediata la risposta del primo cittadino Cavallaro, che non si è certo tirato indietro. «Sono davvero lieto di sapere che sta bene – ha scritto – le immagini ed il suo racconto fanno venire i brividi- da un lato- e dall’altro ci dicono cosa sia l’umanità. Stiamo cercando di capire come aiutare concretamente. Se recupera qualche riferimento diretto lì dove si trova, lo conservi e magari vediamoci al suo rientro per provare a organizzarci».

Un esempio di cittadinanza attiva e di una collaborazione istituzioni locali-cittadini preziosa. l