Gazzetta di Reggio

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«L’emergenza-urgenza mai così in crisi»

Ambra Prati
«L’emergenza-urgenza mai così in crisi»

Anna Maria Ferrari, per 21 anni alla guida del Pronto Soccorso, è andata in pensione: «Con il Covid ho voluto rimanere fino all’ultimo. Lascio una bellissima squadra»

14 febbraio 2023
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Reggio Emilia È fresca di pensione Anna Maria Ferrari. Il 31 gennaio scorso la stimata dottoressa ha lasciato l’incarico di direttore della struttura complessa del pronto Soccorso e della medicina d’urgenza dopo 40 anni di servizio, 21 dei quali passati a dirigere la trincea del reparto del Santa Maria Nuova dove si prestano le prime cure.

«In realtà ho raggiunto l’età pensionabile qualche anno fa – spiega la diretta interessata – Ma tra il Covid e le riorganizzazioni sono rimasta per scrupolo personale. Ho cercato di fare quello che potevo finché potevo. Direi che sono uno dei pochi primari rimasti fino all’ultimo».

Gli ultimi anni sono stati pieni di difficoltà. «Questo è il periodo più problematico per l’intero sistema dell’emergenza, non solo a Reggio Emilia. Ci tengo a sottolineare che la nostra provincia sconta nodi generali che non sono affrontati per tempo e che ora presentano il conto in tutta Italia – afferma Ferrari – L’importante è che la sanità reggiana sia quella che registra le migliori performance in regione: questo è un dato che va sottolineato. La congiuntura è fosca per tutti i Pronto Soccorso, ma noi abbiamo sempre dato risposte pronte ai reggiani. Semmai certi fenomeni li stiamo conoscendo solo adesso, in ritardo rispetto ad altre realtà, proprio in virtù del funzionamento virtuoso».

Il riferimento è al contestatissimo ricorso ai medici di emergenza urgenza “a gettone”, dipendenti di cooperative che operano negli ospedali pubblici: fanno lo stesso lavoro dei colleghi ma con stipendi molto più alti, in cambio di una accentuata mobilità, ovvero il mancato turn over. Osteggiatissimi dai sindacati, sono queste figure a “reggere” gli ospedali provinciali: a Scandiano ne sono arrivati tredici. «Certe soluzioni possono non essere le più auspicabili, ma fanno sì che il Pronto Soccorso sia in grado di dare risposte – prosegue Ferrari – Ricordo che in veneto il 60% dei medici di emergenza urgenza lavorano a gettone».

La fuga dei camici bianchi – sia quelli giovani, che non vogliono sottostare a turni massacranti, nei festivi e nei notturni, sia quelli più anziani che preferiscono passare a ruoli più tranquilli –, la crisi di vocazioni tra i giovani, l’impennata del ricorso al Pronto Soccorso da parte dei cittadini anche quando non strettamente necessario, il ricambio generazionale, sono trend ben conosciuti e dibattuti; e la quadratura del cerchio non è stata ancora trovata. Nonostante la dottoressa Ferrari si sia battuta per stipulare convenzioni con le università (Modena, Sassari, Parma) per ottenere preziosi specializzandi.

«Lo stato dell’arte dell’emergenza urgenza è complicato, ma gestibile – assicura Ferrari – Dal punto di vista personale sono soddisfatta di quello che lascio: una bellissima squadra». Un team che, per il suo ultimo giorno di lavoro, ha festeggiato l’ex primario esprimendo affetto. Anche nei confronti della nuova guida del Pronto Soccorso, Ivana Lattuada, Ferrari tributa onore. «La conosco da lungo tempo: è sempre stata uno dei migliori medici e lo ha dimostrato in ogni occasione. Sono convinta che farà bene e mi fa piacere lasciare l’incarico a un’altra donna, se è tosta come lei».

Alla domanda se ha progetti personali, Ferrari replica: «Premetto che resto il presidente dell’Ordine dei Medici chirurghi e odontoiatri di Reggio Emilia: mancano due anni alla scadenza. Inoltre faccio parte del comitato centrale della federazione nazionale dell’Ordine, così come del consiglio nazionale Simeu (la società italiana della medicina di emergenza urgenza). Sono sempre stata impegnata per la categoria; ora potrò dedicarvi più tempo, ad esempio partecipando alle commissioni».

Secondo l’ex primario «il medico non smette mai di essere medico: è una scelta di vita. Per ora mi sto riposando, ma ci saranno altre modalità di collaborazione con il mondo dell’emergenza urgenza. Credo proprio che non mi annoierò».