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«Una vita insieme mano nella mano senza stancarci»

Serena Arbizzi
«Una vita insieme mano nella mano senza stancarci»

Sei coppie “inox” raccontano i segreti dei decenni trascorsi tra gioie e difficoltà

14 febbraio 2023
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Reggio Emilia Una vita insieme, mano nella mano. È quella delle coppie protagoniste di un amore che resiste da decenni, attraverso le epoche, nella condivisione assoluta della felicità, ma anche dei momenti in cui, invece, è stato necessario rimboccarsi le maniche. Un amore che oltrepassa l’ideologia e unisce destra e sinistra nei valori di un’attrazione che ha saputo vincere sulla quotidianità. Qual è il segreto di un legame che dura da così tanti anni? Lo svelano le coppie inox reggiane, quelle sposate da più decenni.

Eva Battini e Ivanno Gradellini sono originari di San Martino in Rio e abitano a Correggio: proprio ieri hanno festeggiato 63 anni di nozze. «Ci siamo conosciuti a ballare, allora si andava nei saloni, alle feste – raccontano Eva e Ivanno al circolo Arcobaleno –. Era l’8 marzo, io distribuivo la mimosa: quando l’ho visto sono andata ad appuntargliela sul bavero della giacca. Poi, da cosa nasce cosa… Insomma, appena, ho detto: “Questo è mio”. Io avevo 18 anni, lui 23. Di professione facevo la magliaia, lui allora coltivava la terra, prima della fabbrica. Oggi abbiamo tre figli: Massimo, Tiziano ed Enrica e sei nipotini. Più si va avanti, più ci amiamo nel condividere la quotidianità: non ci siamo ancora stancati di stare insieme, sempre mano nella mano».

Marco e Giuseppina Eboli sono di Reggio Emilia e il 9 febbraio hanno festeggiato 37 anni di matrimonio. «Quando ci siamo sposati era il 1986 – raccontano –. Fu l’annata della nevicata storica. Avremmo dovuto raggiungere la Sicilia, ma ci fermammo a Roma perché gelarono i binari a Termini. Anche in quel viaggio rientrò la politica (Marco Eboli è un noto esponente della destra, ndr). Andammo in via della Scrofa dove c’era il Movimento Sociale: incontrammo Gianfranco Fini». La coppia ha due figli: Giorgio e Chiara e un nipotino di 17 mesi, Federico. «Il segreto del nostro matrimonio è aver sposato una donna come mia moglie – aggiunge Marco –. Ho sempre fatto politica a ritmo intenso e la sua pazienza è stata fondamentale. In più, seguivo spesso la Reggiana e il basket. E anche mia moglie era molto impegnata con il lavoro». Giuseppina insegnava matematica e fisica al “Moro”: venne selezionata per un gruppo di ricerca dal Ministero. «Io sento di aver fatto quello che mi diceva il mio cuore – racconta – . Marco teneva tanto alla sua attività politica. D’altra parte, io a scuola sono sempre stata impegnata su più fronti, ma se si hanno le idee chiare si riesce. Marco, poi, è sempre stato galante, portandomi doni anche al di là degli anniversari». L’amore ha superato anche le differenze nel tifo calcistico: Marco è interista, Pina milanista: «Quando ho compiuto gli anni mi ha regalato una giacca di cashmere nerazzurra – conclude Marco –. Io le ho regalato un libro di Demetrio Albertini sulla storia del Milan».

Anna Ferrari, 76 anni, è la vicepresidente dell’Anpi di Reggio Emilia, il marito Attilio Baraldi, 80, è un artista molto apprezzato: si sono sposati nel 1966. Il loro amore ha oltrepassato le epoche delle lotte sociali, sperimentando in prima persona la necessità di venirsi incontro rivestendo entrambi più ruoli in famiglia. «Il segreto per andare d’accordo dopo così tanto tempo è la libertà reciproca, con la discussione, l’analisi e il confronto – racconta Anna –. Mio marito la pensava diversamente da me e poi è arrivato a votare anche più a sinistra, ma questo non vuol dire che non abbia mantenuto le sue radici socialiste». Anna ha lavorato come programmatrice, facendo trasferte che l’hanno portata anche a Milano. «Mi piaceva moltissimo, mio marito mi ha sempre supportata facendo anche il “mammo”. Lui appartiene a un mondo diversissimo, quello dell’arte: ci siamo conosciuti al circolo di via Toschi a una mostra di pittura. Da subito ho amato il suo modo di disegnare. Quel giorno mi portò a casa e non ci siamo più lasciati».

Dino e Katia Spallanzani sono sposati da 53 anni, 30 ne hanno trascorsi insieme anche al lavoro nel negozio di abbigliamento. «Il silenzio uccide i matrimoni e anche se a volte siamo come Sandra e Raimondo – scherzano i coniugi – l’importante è continuare a parlare. Anche i litigi sono importanti, perché dopo devi fare la pace». «Serve soprattutto pazienza e il saper trovare i lati positivi – aggiunge la coppia che ha due figli, maschio e femmina di 52 e 50 anni oltre ai nipoti –. Hanno lavorato con noi sempre nello stesso ambiente poi hanno spiccato il volo autonomamente».

«Una notte ho fatto mille chilometri per andarla a trovare e tornare indietro poco dopo – aggiunge Dino raccontando le imprese fatte per amore –. Le sue qualità sono il sale del nostro rapporto».

Elena Pandini è originaria di Cremona, il marito Paolo Piccoli di Treviso: ora abitano a Reggio Emilia, hanno due figli e cinque nipoti. «Siamo sposati da 40 anni – racconta Elena –. Ci siamo conosciuti a Zagabria. Io ero in vacanza: era la prima che facevo da sola, a 24 anni, con i miei amici reggiani. Pure lui era in vacanza. È stata una vacanza rocambolesca: un problema all’auto ci ha costretti a uno stop. Era il 2 agosto del 1980: dall’Italia arrivavano notizie tremende sulla strage di Bologna, che avrebbe segnato la storia d’Italia. A un certo punto, in autostrada, abbiamo incontrato un gruppo di ragazzi. Tra loro c’era il mio futuro marito. Noi dovevamo andare in Romania, loro in Grecia. Abbiamo campeggiato una notte insieme. Galeotto fu il tempio di Giove. Il nostro amore è sbocciato lì e ci siamo sposati nel 1983. Per i 25 anni siamo ritornati in Grecia per celebrare il luogo dov’è scoccata la scintilla».

Franco Gallazzi e Cecilia Zocca sono sposati dal 1969. La coppia è originaria di Carpi: Franco faceva l’operaio, Cecilia l’infermiera al Ramazzini. Poi si è trasferita a Correggio per seguire il figlio Luca. Entrambi trascorrono il tempo libero al circolo Arcobaleno. «L’importante è sapersi venire incontro – svelano –. È il segreto dello stare insieme. Siamo un po’ come Cip e Ciop, ma dove c’è amore anche i difetti si smussano». Cecilia abitava a Bologna: «Mio marito ha fatto il militare lì – aggiunge –. Ci siamo incontrati ed è scoppiato l’amore della vita».  

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