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Espropri in via Paradisi «Ci sentiamo derubati»

Serena Arbizzi
Espropri in via Paradisi «Ci sentiamo derubati»

Lo sfogo dei residenti nei condomini che saranno abbattuti. L’assessore De Franco: «Ci saranno 38 alloggi per i proprietari»

16 febbraio 2023
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Reggio Emilia «Non si può non vivere come una violenza un esproprio».

Alessandro Scillitani ha vissuto in via Paradisi fino a una ventina di anni fa. Qui, all’ultimo piano del civico 6, abita ancora la madre, la quale, come altri 291 proprietari - e 73 creditori - hanno ricevuto la lettera che, in sostanza, annuncia il via al progetto che riqualificherà una sostanziosa zona vicina alla stazione e implicherà l’esproprio del suo appartamento.

Si tratta del progetto R60, che prevede 148 abitazioni di edilizia residenziale sociale e pubblica (Ers ed Erp) e i servizi di interesse collettivo che ruotano intorno a sport, cultura ambientale con are verdi e di quartiere, oltre ad aree pedonali e ciclabili. Le vie interessate saranno, oltre a via Paradisi, via del Partigiano, via Turri e via Sani. In via paradisi i palazzi che verranno demoliti sono quelli ai civici 6, 8, 10, 12, 14 e 16. Qui, in tutto, abitano 370 persone - e sono presenti 73 creditori - per le quali, tramite manifestazione d’interesse, saranno disponibili 38 alloggi. Uno degli edifici in cui potranno trasferirsi le famiglie sarà nel nuovo palazzo che verrà realizzato entro l’anno al campo sportivo vicino, di proprietà comunale. Ma si tratta, comunque, di una soluzione che non può cancellare il dolore dei proprietari che dovranno lasciare la loro casa. Stasera, alle 18 e alle 21, si terrà un’assemblea con i residenti e i proprietari interessati al Binario 49.

«Queste non sono case popolari, ma di proprietà – puntualizza Scillitani –. Di base non esiste una soluzione immediata: non esiste, infatti, la certezza che l’indennizzo per l’esproprio sia equo rispetto all’acquisto della nuova abitazione, perché di compravendita si tratterà. È giusto riconoscere che ci sia stata una volontà di aprirsi al dialogo da parte del Comune, ma il grado di dolore che si viene a creare in chi tiene al quartiere e alla propria casa non si risolve con un’assemblea. Il Comune ha fatto ammenda per la mancata comunicazione. Si è trattato di un grave errore iniziale, sarebbe stato giusto coinvolgere i residenti. Da una democrazia ci si aspetta il dialogo. All’inizio ci siamo sentiti oggetti, appartenenti a una comunità di serie B».

Da tempo, il quartiere viene associato al degrado. «Non è il Bronx – specifica Scillitani –. Spesso il degrado del quartiere viene enfatizzato. Certo, mia madre ha dovuto accollarsi i debiti di inquilini che non pagavano e installare una caldaia autonoma, ma non mi sento insicuro nel venire qui a trovarla».

Alcuni alloggi nei condomini in questione sono stati occupati abusivamente. Ci sono garage, cantine e appartamenti murati. «Interveniamo tramite un’operazione che darà una risposta ai proprietari onesti – aggiunge l’assessore alla casa, Lanfranco De Franco, arrivato ieri mattina in via Paradisi –. Non intendiamo disgregare la comunità, l’obiettivo è fare rimanere chi vuole e creare altri spazi per altre attività. Proviamo grande dispiacere per chi subirà disagi da questa situazione, ma sarà necessario intervenire laddove gli alloggi non sono stati tenuti in modo consono.

I proprietari avranno, dunque, una sorta di prelazione. «Il Comune affiderà i lavori a una società privata per la realizzazione di un edificio al campo sportivo – aggiunge De Franco –. Noi faremo una manifestazione di interesse alla quale i proprietari potranno aderire. Consegneremo la lista degli interessati ai privati che faranno i lavori».

Sull’arrivo delle lettere ai proprietari interviene anche Reggio Emilia in Comune. «Ci piace l’idea che si voglia rivalutare il quartiere e siamo sicuri che possa avvenire solo con l’intervento pubblico – spiega Giuliano Gualandri –. Non ci piace come è stata gestita la situazione dall’inizio: è piombata come un fulmine a ciel sereno sula testa degli abitanti. Il Comune, inoltre, pagherà gli alloggi con il valore di quella zona, che ha costi bassi, al metro quadro. Con questi importi difficilmente troveranno una sistemazione in zona abitativa simile. La nostra attenzione è concentrata sulla riqualificazione perché non sia legata solo al cemento, ma al benessere delle persone».