Gazzetta di Reggio

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La proposta legata alla storia

«Putin e Zelensky a Canossa per la pace Russia-Ucraina»

Mauro Grasselli
«Putin e Zelensky a Canossa per la pace Russia-Ucraina»

Appello della Casa del Tibet, che lancia una raccolta di firme

16 febbraio 2023
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Canossa Per secoli la locuzione “andare a Canossa” ha fatto riferimento alla rocca matildica nella quale, all’epoca della lotta per le investiture, l’imperatore Enrico IV andò, il 28 gennaio 1077, per ottenere, umiliandosi in veste di penitente, il perdono di papa Gregorio VII, ospite della contessa Matilde, proprietaria del castello. Di qui la frase “andare a Canossa”: fare atto di sottomissione umiliante riconoscendo la supremazia dell’avversario.

Ma come è emerso nel corso del weekend organizzato a Canossa a fine gennaio e dedicato a Matilde – in particolare durante la tavola rotonda di sabato 28 con il professor Paolo Golinelli e alla mostra “La sfida di Enrico a Canossa”, inaugurata domenica 29, con documenti e immagini antiche tratte dalla Collezione Giuliano Grasselli – in realtà lo storico Perdono è tale in Italia, mentre altrove (vedi Germania) fu piuttosto una partita a scacchi dall’impronta decisamente politica, in cui l’imperatore mirava esclusivamente a ottenere la revoca della scomunica inflittagli dal papa per riottenere il pieno potere in patria: i poteri regali e il controllo sui nobili tedeschi. Di fatto, Enrico IV risulta penitente nell’iconografia italiana, e molto più stratega fintamente umile, se non arrogante, in quella tedesca, come afferma Donatella Jager Bedogni, presidente dell’associazione Amici di Matilde di Canossa e del castello del Bianello.

Prendere atto di questa lettura bivalente porta oggi a una rilettura dello storico Perdono, considerandolo piuttosto un atto di riconciliazione; un incontro finalizzato a risolvere conflitti internazionali.

La proposta

Da qui l’idea della Casa del Tibet, che ha sede a Votigno, a un tiro di freccia dal castello di Canossa. «Nell’anniversario dell’incontro del 1077 di Canossa, nasce un progetto per un dialogo di Pace tra Ucraina e Russia – afferma Stefano Dallari, fondatore e presidente della Casa del Tibet –. Un progetto di Pace tra Ucraina e Russia a Canossa».

«Da quando è stata creato nel 1990, il Centro culturale della Casa del Tibet a Votigno di Canossa ha sempre lavorato sugli ideali della pace e della nonviolenza – argomenta Dallari –. Nell’ottobre del 1999, il Premio Nobel per la Pace, il XIV Dalai Lama ha visitato la Casa del Tibet, nel borgo medioevale di Votigno di Canossa, e ci ha incoraggiato a continuare il nostro lavoro per la soluzione pacifica e nonviolenta dei conflitti. Ed è da questo impegno che è nata l’idea, apartitica e al di sopra delle parti, di invitare a Canossa, sulle colline di Reggio Emilia, Putin e Zelensky o una loro delegazione, per un dialogo di pace fra Russia e Ucraina».

Peraltro, papa Francesco, preoccupato per la minaccia nucleare e l’escalation militare del conflitto in Ucraina, nell’ottobre scorso dedicò un intero Angelus a un forte appello per chiedere il cessate il fuoco, lanciando un appello a Putin e Zelensky e chiedendo di «fare ricorso a tutti gli strumenti diplomatici, anche quelli finora eventualmente non utilizzati, per far finire questa immane tragedia».

Perché proprio a Canossa? «Perché Canossa è il luogo dove, il 28 gennaio del 1077, nel castello della contessa Matilde di Canossa, si svolse l’incontro fra il papa Gregorio VII e l’imperatore di Germania, Enrico IV, per trovare fra i due contendenti una soluzione di pace ed allontanare la guerra – spiega Dallari –. La mediazione della contessa Matilde ebbe successo: la disputa si fermò e i soldati riposero le armi. Da allora Canossa è diventata il simbolo internazionale di riconciliazione, di dialogo, di mediazione. Perché – domanda il presidente della Casa del Tibet – non riproporre oggi un incontro a Canossa fra le due parti, senza pregiudiziali, per cercare di risolvere la devastante guerra in Ucraina? Chiediamo il coraggio e il buonsenso da entrambe le parti: la guerra la fanno gli uomini, e sono gli uomini a farla cessare. Siamo in tanti a crederci».

Le firme

Dallari ha lanciato l’idea alla tavola rotonda del 28 gennaio; idea che ieri è stata ufficializzata assieme alla raccolta digitale di firme internazionale per il progetto di Pace in Ucraina, a Canossa, da inviare alle due parti e magari al papa. «Chiediamo al mondo attenzione e risposte usando il link dell’avvenimento» , conclude Dallari. Si firma online tramite change.org (https://chng.it/KRWVY7Jp).l

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