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«La chiesa di San Nicolò non è in vendita ma le messe sono a rischio»

Serena Arbizzi
«La chiesa di San Nicolò non è in vendita ma le messe sono a rischio»

Il vicario Alberto Nicelli: «La crisi della vocazioni impone delle scelte»

17 febbraio 2023
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Reggio Emilia «Sul tema di una possibile vendita di San Nicolò il problema non esiste: poi vendere a chi? Per quanto riguarda le messe che vengono celebrate lì, invece, quante chiese, ormai, non hanno più sacerdoti? Il problema, quindi, non è imminente, ma quando si presenterà ci si rifletterà».

Sgombra il campo dai dubbi il vicario della Diocesi reggiana Alberto Nicelli: la parrocchia di San Nicolò non è in vendita e placa così i timori dei fedeli che hanno organizzato una raccolta firme, quando i rumors hanno iniziato a circolare. Mercoledì, infatti, su Facebook, in un gruppo intitolato al centro storico, è apparso un post, corredato da un’immagine dell’edificio religioso, in cui si parla della chiusura della chiesa. In separata sede hanno iniziato a circolare le voci di una possibile vendita.

«A parte la chiusura della mensa del vescovo per affidare il servizio alla Caritas – recita il post – pare che la Curia abbia intenzione di chiudere la chiesa di San Nicolò. Sì, proprio quella piccola chiesa centrale, armoniosa, intima, accogliente, raccolta e con un chiostro bellissimo. Si tratta di un’antica parrocchia del centro storico che ha visto matrimoni, battesimi e purtroppo funerali di tante famiglie reggiane. Forse, a pensar male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca – aggiunge il post –, perché è considerata la chiesa dei ricchi, dei borghesi, quindi invisa a qualche funzionario ignaro della storia di Reggio o semplicemente invidioso di chi quei ricordi li ha vissuti. Monsignor Gori, don Wilson e oggi don Ranza (tutti nomi noti a molti reggiani) l’hanno custodita gelosamente conservandone le tradizioni ed ecco che la smania di riqualificare tutto colpisce ancora. Eccellenza, La prego nuovamente: ci ripensi perché sarebbe un altro brutto colpo ai reggiani».

Don Alberto Nicelli ribadisce «nessuno ha mai pensato di vendere la parrocchia. Non lo abbiamo mai preso in considerazione e abbiamo appreso anche noi da Facebook di questa voce che stava circolando. Nessuno si è espresso nemmeno sulla cancellazione delle messe che vengono celebrate in San Nicolò. Come avviene in tante parrocchie, tuttavia, quando non sarà più possibile, penseremo a come fare».

Don Nicelli si riferisce alla crisi delle vocazioni che hanno portato a una riduzione delle messe anche in parrocchie molto frequentate.

«Pensiamo a quante chiese, oggi, purtroppo non hanno più le celebrazioni – aggiunge –. E quante non hanno più sacerdoti... Di chiese dove non si celebra di domenica ne abbiamo già tantissime nella nostra Diocesi, soprattutto in montagna. Tenuto conto che avviene su tutto il territorio, questo fenomeno, non credo che il centro storico sarà risparmiato da questa tendenza. Fino a sei mesi fa c’erano due celebrazioni in San Giacomo e tre in San Pietro: ora c’è celebrazione per ciascuna delle due».

Su cosa abbia dato origine alla voce, smentita, della vendita delle parrocchie ci sono alcuni sospetti: «Qualcuno, non della Diocesi, di autorevole, ha detto cose non vere – evidenzia don Nicelli –. Sarebbe meglio che chi diffonde certe notizie si informasse meglio».

Vero è, invece, che dalla scorsa estate San Pietro, San Giacomo, San Nicolò e San Francesco si sono unite in una sola parrocchia. Così come dall’altra parte del centro se ne erano unite sei intorno a Sant’Agostino. In centro, dunque, ci sono due parrocchie rispetto alle 10 di prima. 

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