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«Il Norovirus non spaventa ma c’è ancora l’influenza »

«Il Norovirus non spaventa ma c’è ancora l’influenza »

I consigli del pediatra Manzotti per le malattie del momento: «Niente antibiotici “fai da te” e stiamo di più all’aria aperta»

19 febbraio 2023
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Reggio Emilia Nonostante le temperature più miti e il sole che splende nel cielo facciano già pregustare la primavera, e perché no sognare l’estate, non si è ancora chiusa la partita con le malattie stagionali. Adulti e bambini, proprio in queste settimane, sono infatti alle prese con vomito, mal di pancia e febbre. Uno dei colpevoli è il Norovirus, che per esempio a Castenaso, in provincia di Bologna, ha persino costretto a chiudere una scuola. «Nulla del genere sta avvenendo nella nostra provincia – tranquillizza il dottor Romano Manzotti, pediatra di libera scelta e segretario provinciale della Federazione italiana medici pediatri (Fimp) – il Norovirus è solo uno dei tanti virus in circolazione a provocare diarrea. Non si tratta certo di un’epidemia».

Niente allarmismi, dunque. Ma in caso di bambini con vomito e diarrea cosa bisogna fare?

«Solitamente i virus gastro-intestinali partono con il vomito, durante questa fase o subito dopo può comparire la febbre, poi arriva la diarrea. Se parliamo di bimbi sopra i due anni basta anche solo un contatto telefonico con il pediatra. Certo è che se il bambino continua a vomitare o se ha più di 5-6 scariche di diarrea al giorno è opportuna una visita. Con i bambini più piccoli bisogna stare più attenti perché è molto facile che si disidratino, cioè vadano in carenza di liquidi e sali minerali. Fin dai primissimi sintomi bisogna che i genitori somministrino una soluzione reidratante che si trova facilmente in farmacia. Non ha un gusto molto gradevole perché si tratta di un liquido dolce e salato, per questo si può mescolare ad acqua fredda o a succo di mela fresco, che si trova nel banco frigo».

Come ci si accorge se un bambino è disidratato?

«Quando fa meno pipì, ha le labbra secche, gli occhi incavati e con occhiaie, manifesta malessere e piange senza lacrime. In questi casi occorre chiamare subito il pediatra. La soluzione reidratante, e non i fermenti lattici, che pure sono importanti ma non fondamentali, può prevenire il problema».

Oltre ai virus gastro-intestinali continua a circolare l’influenza. Vi aspettate un secondo picco?

«Nelle ultime settimane stiamo osservando una ripresa dell’influenza, soprattutto nei bambini più piccoli, sotto i 4 anni. Non sappiamo se sia la stessa di novembre o se stiano circolando altre varianti, ma vediamo ancora tanti bambini con tosse e febbre alta. Puntiamo sulla bella stagione: più tempo si passa all’aria aperta, infatti, e meno ci si contagia. Anche perché è tornato anche lo streptococco, che durante la pandemia da Covid era quasi del tutto sparito».

Di cosa si tratta?

«Di un batterio che provoca faringiti, tonsilliti e in alcuni casi scarlattina. Certo è che, una volta diagnosticato, si cura alla svelta: basta qualche giorno di antibiotico».

Come capire se è streptococco?

«Ogni pediatra ha a disposizione tamponi per diagnosticare l’infezione da streptococco. Solitamente questo batterio provoca molto mal di gola (anche se alcuni bambini che hanno una soglia del dolore alta possono avvertirlo appena) e febbre alta, ma la febbre può anche non esserci. Può anche comparire un esantema, ossia un’eruzione cutanea, nel basso addome, sotto le ascelle e in viso. È molto infrequente, invece, che l’infezione da streptococco si manifesti con raffreddore e tosse. In ogni caso non bisogna allarmarsi, con l’antibiotico passa tutto».

Non è così per tutte le malattie. Per questo è importante che sia il pediatra a prescrivere l’antibiotico?

«In caso di virus l’antibiotico non serve. Può essere dato in caso di complicanze, come bronchiti o otiti, ma che solitamente compaiono in un secondo momento. È importante che i genitori non somministrino autonomamente l’antibiotico ai propri figli: mai come in questo periodo abbiamo riscontrato tanti bambini resistenti all’antibiotico, e questo perché se ne è abusato. Faccio un altro appello ai genitori: non correte subito dal pediatra alla comparsa dei primi sintomi e non correte al pronto soccorso, soprattutto nei giorni e negli orari in cui il pediatra è in ambulatorio. Il rischio è di intasare il sistema. Chiamate il pediatra, ascoltate quello che vi dice, spesso è sufficiente uno stretto contatto telefonico per risolvere il problema».

Certo che, da quando abbiamo abbandonato misure di distanziamento e mascherine, sembra di essere sotto assedio. Come mai ci si ammala così tanto adesso?

«Durante la pandemia da Covid le misure di distanziamento, la chiusura delle scuole, l’uso di mascherine e gel idroalcolici hanno fatto sì che virus e batteri circolassero meno, ci siamo ammalati meno e il nostro sistema immunitario si è indebolito. Ricordo che qualche tempo fa, su una rivista specializzata, un epidemiologo ha titolato: “Bentornate malattie”. E questo perché le difese immunitarie si sviluppano o con le malattie o con i vaccini, non c’è altro modo. Certo che occorre stare attenti: lavarsi sempre bene le mani (soprattutto prima di mangiare); mandare i bambini a scuola solo dopo che siano guariti, in modo che non si riammalino subito; e soprattutto tenere i bambini a casa da scuola ai primissimi sintomi della malattia, perché quando hanno due linee di febbre o danno qualche colpo di tosse sono già molto contagiosi». l

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