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Arte in lutto

Vittorio Sgarbi ricorda Augusto Agosta Tota: «Lo chiamavo Ligabue»

Nicolò Valli
Vittorio Sgarbi ricorda Augusto Agosta Tota: «Lo chiamavo Ligabue»

Guastalla Il critico e sottosegretario: «Ha restituito al pittore tutto quello che la vita gli aveva tolto»

19 febbraio 2023
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Guastalla «Augusto Agosta Tota era un uomo buono, generoso e appassionato, che con la sua vita ha compensato le infelicità umane e artistiche di Antonio Ligabue. È come se avesse pensato di vendicarlo, riuscendoci perfettamente».

Vittorio Sgarbi, celebre critico d’arte ferrarese e sottosegretario, ricorda in questo modo l’organizzatore di mostre e grande scopritore del pittore Antonio Ligabue, scomparso venerdì all’età di 84 anni a causa di un progressivo indebolimento in seguito ad un’operazione all’orecchio. Per il mondo dell’arte, era facile associare la figura di “Toni” a quella di Augusto; secondo Sgarbi, si può quasi parlare di simbiosi: «A volte mi veniva da chiamarlo direttamente Ligabue – precisa Sgarbi –. La seconda vita di Tota è stata infatti interamente dedicata al pittore, nel tentativo di restituirgli tutto quello che la vita gli aveva tolto, sia per quanto concerne il mercato dell’arte che in termini di salute e soddisfazioni amorose. In considerazione della mia popolarità, diventavo quindi, assieme a Marzio Dall’Acqua, il garante e l’autorità di riferimento di questo suo desiderio, al di là del mio ruolo di presidente della Fondazione Archivio. La critica ufficiale, infatti, non era all’inizio molto clemente con Ligabue».

Il rapporto tra i due, animato da una grande passione per l’arte, si è rinsaldato anno dopo anno. Sfogliando l’album dei ricordi, riaffiorano tutte le esposizioni in giro per l’Italia e il mondo nel tentativo di fare conoscere l’artista e dargli dignità. Tota, infatti, cominciò vendendo le prime opere di “Toni” ad amici e famigliari.

«Siamo andati insieme in diversi luoghi; a Mosca, per celebrare la città di Fiume prima della caduta del regime comunista, e in un secondo momento per organizzare una mostra dello stesso Ligabue. A ottobre 2020, in piena pandemia, a Ferrara abbiamo inaugurato la mostra “Antonio Ligabue. Una vita d’artista”. A maggio del 2022, invece, ci siamo ritrovati sulla barca “Stradivari” a Boretto in occasione del mio settantesimo compleanno». Poi, l’intervento all’orecchio a Roma e il conseguente indebolimento fisico, quindi il decesso. Domani mattina a Guastalla si terrà il funerale.

Sgarbi non riuscirà ad essere presente a causa di impegni lavorativi, ma il modo migliore per ricordare l’amico è quello che sarebbe stato forse maggiormente apprezzato da Augusto. «Agosta Tota stava lavorando alla figura di Pietro Ghizzardi, pittore della Bassa reggiana che Augusto considerava un secondo amore. Insieme avevamo scritto il catalogo generale, ma ci sono state delle incomprensioni con la famiglia, che non ha capito le potenzialità di affidarsi a Tota. Ecco – chiude Vittorio Sgarbi – mi piacerebbe, come regalo, contribuire alla maggiore diffusione di questo pittore». Ieri pomeriggio il critico ha affidato le sue sensazioni ai social. «Prima ancora che un grande appassionato d’arte, era un amico vero – si legge nel post in riferimento ad Agosta Tota – spesso ci ritrovavamo a tavola davanti a un piatto di cappelletti e a un culatello di Zibello. Ci mancherà».l

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