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«Stefano? Ha un piede nel passato e lo sguardo aperto nel futuro»

Alice Benatti
«Stefano? Ha un piede nel passato e lo sguardo aperto nel futuro»

Alberto Bertoli cita il padre e aggiunge: «Voterò Bonaccini»

19 febbraio 2023
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Reggio Emilia Il cantautore Alberto Bertoli, figlio del grande “cantastorie” emiliano Pierangelo, non potrebbe essere più convinto del candidato da sostenere alle primarie del Pd: Stefano, «proprio come si rivolge a lui la gente», sottolinea Bertoli.

Perché Bonaccini?

«Per citare un verso di mio padre, Stefano ha “un piede nel passato e lo sguardo dritto e aperto nel futuro”. Sono abituato a chiamarlo per nome, proprio come fanno le persone che incontra sui territori, dove si è sempre dimostrato disponibile ad ascoltare i loro problemi. In particolare, di Stefano c’è una parte che mi colpisce: lui prima fa le cose poi le rivendica, quello che fa dice. Ecco perché penso sia migliore di altri politici. È uno che ha idee chiare e proposte concrete che, attenzione, non sono soluzioni. Però le cose che ha proposto in Regione le ha portate tutte a compimento. Per questo mi fido di lui».

La stima è reciproca. Anzi, in più occasione Bonaccini l’ha definita un amico. È così? Siete davvero amici?

«È giusto chiarire e lo faccio volentieri. Io i politici all’inizio li conosco come politici, dopodiché sono soppesati dalla mia coscienza – sempre citando mio padre – “piccola bastarda” perché sono molto selettivo. Fatta questa premessa, la risposta è sì: siamo diventati molto amici. In politica l’ho visto fare cose concrete e poi è una persona simpatica, con un grosso debole per la musica. Abbiamo condiviso una quarantina di concerti di beneficenza».

Tre aggettivi per descriverlo?

«Pragmatico, serio e giusto, nel senso etimologico del termine: ha un senso di giustizia che va al di là dell’appartenenza politica che rivendica».

È abbastanza di sinistra per il nuovo Pd?

«Lo è. E non solo per le sue origini, dato che i suoi genitori avevano la tessera del Partito Comunista Italiano: lo ha dimostrato con i fatti. Credo però che il problema vero non sia l’essere più o meno di sinistra ma la necessità di rifondare un partito vessato all’interno dalle correnti. Sarà il merito di porre fine a questa situazione l’ago della bilancia e confido in Stefano. Dopo tanti anni tornerò a votare alle primarie, per lui. Ricordiamoci che Stefano ha rifiutato uno scranno al Parlamento Europeo – dove avrebbe preso molti più soldi – perché era convinto che il suo territorio fosse più importante del resto. Come si fa non fidarsi di lui?».

Max Collini voterà Schlein. Se lo aspettava? Cosa vuole dirgli?

«Io e lui non ci siamo mai incontrati dal vivo ma conosco benissimo le sue opere e credo che sia molto vicino alle mie posizioni quindi no, ammetto che non me l’aspettavo. Come artista ha dei riferimenti che mi fanno sorridere perché mi ricordano casa mia. Quindi c’è comunque un fil rouge fra noi... rouge appunto».l