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Bimbo circonciso finì all’ospedale, il medico a processo per lesioni

Serena Arbizzi
Bimbo circonciso finì all’ospedale, il medico a processo per lesioni

Il piccolo era stato sottoposto all’operazione per motivi religiosi. Dopo l’intervento si rese necessario soccorrerlo: fu portato a Parma

22 febbraio 2023
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Reggio Emilia È accusato di lesioni colpose lievi su un bambino che, per motivi religiosi, è stato sottoposto a circoncisione.

È finito a processo al tribunale di Reggio Emilia per questa ipotesi di reato un medico 55enne di origine palestinese e residente a Teramo.

Il professionista svolge in tutta Italia interventi di questo tipo per ragioni etnico religiose. In questo caso, l’episodio risale alla fine del novembre 2016.

I genitori, di origine marocchina, del piccolo, residenti nella Bassa, si sono rivolti al medico imputato per chiedere, secondo la difesa del professionista, rappresentata dall’avvocato Giuseppe Viggiani del Foro di Teramo, un intervento in ripristino di una precedente operazione di circoncisione effettuata sul bambino.

Questa tipologia di operazioni non si poteva effettuare presso l’Ausl, all’epoca dei fatti. Per questo, i genitori si sono rivolti al medico che ha svolto l’intervento in un ambulatorio dell’Appennino reggiano.

Tuttavia, nel gennaio 2017, la madre ha chiesto assistenza sanitaria, preoccupata per le condizioni del figlio.

Il padre del bambino ha poi sporto denuncia in seguito all’episodio. Secondo l’accusa, rappresentata dal pubblico ministero Laura Galli, a carico del bambino sono state causate lesioni consistite in “difficoltà minzionali” e “stenosi del prepuzio ex circoncisione”. In altre parole, l’operazione avrebbe causato difficoltà a livello di minzione, oltre che di tipo estetico.

Il bambino è stato portato al Pronto Soccorso del Nob di Parma, ossia l’ospedale per i bambini. Ieri mattina, è stata ascoltata la chirurga pediatrica chiamata per una consulenza nell’ambito di un intervento di revisione della circoncisione. In particolare, il bambino aveva una fimosi cicatriziale, ossia un restringimento del prepuzio.

«Da poco siamo autorizzati a svolgere interventi di circoncisione rituale, in precedenza era possibile soltanto nel privato – ha affermato la dottoressa ieri in tribunale –. Ho visto il bambino in Pronto Soccorso. Nel suo caso si erano presentati problemi urinari ed estetici. Questo tipo di circoncisioni vanno fatte in ambito protetto, dove ci sono chirurghi che si occupano dei bambini, vanno adattate con un percorso di studi particolare che richiede anche un’attenzione anestesiologica».

Il caso è stato oggetto anche di accertamenti da parte del Nas.

La prossima udienza si terrà in primavera: durante quest’occasione verrà effettuato l’esame dell’imputato e saranno, inoltre, ascoltati alcuni testimoni della difesa. Difesa che sostiene come non ci siano state lesioni permanenti dopo l’intervento, bensì «hanno avuto una durata minimale – sostiene il legale Viggiani –. L’intervento è stato, infatti, eseguito in novembre e il problema è insorto a gennaio. Non si trattava di un intervento di urgenza, inoltre, ma di profilassi che si può verificare con una cicatrizzazione».