Gazzetta di Reggio

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Il processo

Mafia nigeriana alle ex Reggiane, cinque condanne

Tiziano Soresina
Mafia nigeriana alle ex Reggiane, cinque condanne

Dagli 8 ai 6 anni di reclusione per chi ha optato per il rito abbreviato davanti al gup Rinviati a giudizio gli altri 10 imputati. Nel mirino il gruppo criminale Vikings

22 febbraio 2023
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i Tiziano Soresina

Reggio Emilia Cinque pesanti condanne (con rito abbreviato, quindi con sconto di pena di un terzo) e dieci rinvii a giudizio. Stiamo parlando dell’udienza preliminare – chiusasi ieri in tribunale a Bologna – in cui per l’accusa (l’inchiesta è della Mobile, coordinata dal pm antimafia Roberto Ceroni) tutto ruota attorno alla nostra città e in particolare nell’area degradata delle ex Officine Reggiane, con la mafia nigeriana (conosciuta come Vikings) che si è macchiata di atrocità come stupri di gruppo, volti sfregiati, amputazioni con cocci di bottiglia, l’uso di armi (accette e machete), rapine e terribili riti di iniziazione per soggiogare i connazionali. La pena più pesante (8 anni di carcere) è piombata sul 24enne Endurance Okoh, leggermente inferiori le altre quattro condanne. Riguardano il 35enne Ezekiel Ojo che è difeso dall’avvocato Angelo Russo (6 anni e 10 mesi), il 31enne Jeffrey Okoinemen e il 43enne Osagie Benjamin Ojo (per entrambi 6 anni e 8 mesi), infine il 38enne Miracle Obasuyi che risiede a Castelfranco Emilia (Modena) ed è ritenuto dagli inquirenti un boss (6 anni). Rinviati a giudizio gli altri dieci imputati che saranno giudicati in tribunale a Reggio Emilia a partire, fra cui quattro nigeriani tutelati da avvocati reggiani, cioè il 29enne Joseph Ajhere (difeso dal legale Mario Di Frenna), il 28enne Samuel Edo (assistito dall’avvocatessa Valbona Shakaj) e il 35enne Timothy Obinyan e il 25enne Happy Odigie (entrambi li difende l’avvocatessa Gisella Mesoraca).

Secondo la ricostruzione della Dda, a Reggio Emilia si è verificato un tremendo scontro per il predominio della comunità nigeriana, con contrapposti i gruppi criminali dei Vikings contro gli Eiye, cioè due realtà mafiose radicate in Nigeria e diffusesi nel mondo con i loro affiliati. E anche nella nostra città si è materializzata questa rivalità, ricorrendo spesso all’uso delle armi. Scorrendo le imputazioni spuntano diverse estorsioni a connazionali. Terrificante lo stupro di gruppo di cui si sarebbero macchiati – nel luglio 2018 – quattro imputati nei confronti di una giovane la cui unica “colpa” per i violentatori sarebbe stata quella di essere fidanzata con un appartenente al gruppo criminale rivale. Violenze sessuali plurime che la nigeriana avrebbe subìto in un punto delle ex Reggiane dove lei viveva. Poi violenze di ogni genere, umiliazioni, costrizioni (bere un liquido oscuro, mangiare del riso crudo), aggressioni armate. Durante l’udienza peliminare è stato sentito anche un pentito (Nosaworu Otoriyekemwen, conosciuto ome Julius, un tempo a capo della mafia nigeriana in Sicilia).l