Gazzetta di Reggio

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La manifestazione

Reggio in piazza per la pace nell’anniversario dell’invasione russa dell’Ucraina

Alice Benatti
Reggio in piazza per la pace nell’anniversario dell’invasione russa dell’Ucraina

Domani Europe For Peace manifesterà in città. Gli aderenti reggiani: «Non siamo putiniani, chiediamo una soluzione diplomatica e lo stop all’invio di armi»

22 febbraio 2023
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Reggio Emiia Nel giorno del viaggio della premier Giorgia Meloni a Kyiv per ribadire al presidente Zelensky il pieno e convinto sostegno (non solo umanitario, ma anche economico e militare) dell’Italia all’Ucraina, da Reggio si alza una voce di protesta: «È tempo di esplorare la strada della diplomazia. Basta all’invio di armi, gli italiani sono contrari: dobbiamo costruire la pace». I rappresentanti della coalizione reggiana di Europe For Peace – riuniti ieri mattina all’Ostella dalla Ghiara per presentare il seminario e la fiaccolata per la pace organizzati per la giornata di venerdì – si dicono stanchi di dover ripetere che questo non li rende filo-putiniani. «Bisogna rompere questa idea» dice Alessandro Miglioli di Possibile, tra gli aderenti alla rete. «Putin è antidemocratico, xenofobo, omofobo: non potrebbe essere più lontano da me». Per il segretario della Cgil Cristian Sesena deve essere chiaro che «non si sta discutendo il diritto a resistere degli ucraini» ma occorre ricordare che chi da ormai un anno (venerdì è l’anniversario dell’invasione russa dell’Ucraina) sta pagando il prezzo della guerra sono i civili, con costi altissimi. «Ormai il sistema economico dell’Ucraina è teso a obiettivi bellici e lì l’orario di lavoro è diventato persino di 60 ore settimanali, con il salario minimo derogato in peggio», denuncia il segretario.

Rina Zardetto, presidente dell’Associazione Reggiana Per la Costituzione, sottolinea che quanto speso dall’Italia per armare l’Ucraina «nella nostra realtà poteva essere usato per il lavoro, per la sanità, per la scuola e per la gestione dei problemi legati all’immigrazione». «La guerra sta avendo effetti devastanti dal punto di vista delle morti e degli effetti collaterali che si stanno manifestando nelle due comunità, russa e ucraina, a partire dalla militarizzazione della cultura – ricorda Zardetto – noi lavoriamo per la pace perché vorremmo costruire un’Europa migliore». Piera Vitale, in rappresentanza di “Donne in nero”, evidenzia che «in un anno di guerra non si è levata una sola voce per la via diplomatica». «Il riarmo è continuo – denuncia – abbiamo sentito le parole del presidente Biden e della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni in un cui continuano a promettere sostegno militare all’Ucraina e ribadiamo che questa per noi non è la soluzione: non ci stancheremo mai di trovare la via della pace». Alessandra Festa ribadisce che Sinistra Italiana da sempre è stata contraria ad alimentare questa guerra, «così come lo è il 78% degli italiani»: «Se ci sono cento città italiane coinvolte nelle iniziative della rete organizzate tra il 24 e il 26 febbraio significa che la gente è per la pace».

La coalizione reggiana di Europe for peace tornerà a far sentire la propria voce venerdì prima con un seminario sugli impatti del ritorno della guerra in Europa in programma alle 15.30 alla Camera del Lavoro di Reggiopoi con una fiaccolata con partenza alle 18 dalla Gabella in via Roma e arrivo al teatro Ariosto. Al corteo dello scorso 22 ottobre, la rete era riuscita a portare in piazza circa un migliaio di persone e l’auspicio – per questo secondo appuntamento – è di riuscire a fare almeno altrettanto.

Dal Pd, grande assente dal lungo elenco di aderenti alla giornata di una compagine larga formata da rappresentanti del mondo civile e politico di centrosinistra, i partecipanti alla conferenza stampa precisano di aver tuttavia ricevuto qualche adesione personale. Dietro la vicenda, anche se non trapela, c’è il “nodo” dell’invio di armi all’Ucraina, che a livello nazionale il Pd avalla. «È un tema che ci angoscia e che ci interroga in profondità – ammette il segretario provinciale dem Massimo Gazza – detto questo, anche il Pd venerdì sarà in piazza. Ricordo che, ad ottobre, avevamo aderito a Europe For Peace nazionale. Siamo disponibili a far parte del tavolo locale perché crediamo che per raggiungere l’importante obiettivo della pace non ci debbano essere divisioni».