Gazzetta di Reggio

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Un anno di guerra

Il dolore degli ucraini di Reggio: «Preghiamo per le nostre vittime»

Alice Benatti
Il dolore degli ucraini di Reggio: «Preghiamo per le nostre vittime»

Ieri nella chiesa di padre Mykhaylov si è tenuta la commemorazione dei defunti. «Il male che abbiamo è indescrivibile, ringraziamo gli italiani per la solidarietà»

23 febbraio 2023
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Reggio Emilia Nella chiesa di San Giorgio, riferimento della comunità ucraina cristiana a Reggio, ieri pomeriggio per circa un’ora e mezza hanno risuonato i commoventi canti delle preghiere per i morti ucraini. Una trentina di persone, soprattutto donne, guidate spiritualmente da padre Mykhaylov, nella loro lingua madre hanno chiesto a Dio il dono della pace, ricordando tutte le vittime della guerra.

Tra queste, le quattro persone che hanno perso la vita lunedì mattina nel drammatico incidente stradale avvenuto a Nyzhny Voroto – cittadina ucraina di poco più di 2.500 abitanti nell’oblast di Zakarpattia, poco distante dal confine ungherese – mentre stavano cercando di raggiungere Reggio Emilia. Il minibus su cui viaggiavano si è scontrato con un autoarticolato, non lasciando scampo a nessuno dei passeggeri. Non ce l’ha fatta l’autista, il 35enne Pavlo Hryzhynku, genero del titolare del market ucraino di via Secchi a Reggio Emilia, la cui fotografia ieri è stata esposta vicino all’altare.

Nemmeno la 78enne Anna Savlyk, che per tanti anni avevano lavorato in città come badante (da ultimo in zona Foscato) e come tante connazionali era solita frequentare la chiesa di San Giorgio, dove cantava come corista, ha avuto scampo. Lei, a Reggio, stava tornando per sistemare alcune pratiche della pensione. Insieme a loro, hanno perso la vita una giovane mamma di trent’anni, che sperava di trovare un lavoro temporaneo nella nostra città, e la sua bambina di tre. Voleva mettere entrambe al sicuro, a pochi giorni da un anniversario (quello dell’invasione russa dell’Ucraina) che la spaventava.

«Li abbiamo ricordati per primi», spiega Alina, ucraina, fuori dalla chiesa. «Speriamo che il Signore ci aiuti a creare la pace, abbiamo paura». Anna Savlyk, che a Reggio vive ormai da vent’anni, ammette di essere rimasta turbata dalla notizia di questo incidente. «Non ho dormito – ammette, con gli occhi bagnati dalle lacrime – il male che abbiamo è indescrivibile: quante famiglie distrutte, quanti giovani feriti in modo gravissimo. Da poco avevo pianto il figlio del mio vicino di casa: aveva 33 anni ed è morto in un’esplosione, di lui non è rimasto nulla. Anche mio figlio è in guerra, a Kharkyv, vicino a cordone russo». La signora spiega che domani la comunità ucraina osserverà una giornata di digiuno per la pace in Ucraina. Alle 14.30, sempre nella chiesa di San Giorgio in via Farini, in pieno centro, si terrà un’altra preghiera, che sarà recitata in ginocchio. A Dio, la comunità ucraina reggiana chiederà «di appoggiare i guerrieri che difendono la loro terra e i loro parenti», così come «di aiutare le persone miserabili che a causa della guerra hanno perso i loro cari e le proprie abitazioni» e «di fermare le intenzioni avversarie degli aggressori».

Padre Mykhaylov, al termine della funzione religiosa, spiega alla Gazzetta di sentire la città vicina da un anno. «Vogliamo ringraziare il popolo italiano per il sostegno e la solidarietà che ha dimostrato, molto importanti per il popolo ucraino» le parole del sacerdote. «Chiediamo la pace», aggiunge. E proprio per la pace domani la rete reggiana Europe for Peace tornerà a manifestare nel cuore della città. Alle 18 dalla Gabella di via Roma partirà una fiaccolata con arrivo in piazza della Vittoria, di fronte al teatro Ariosto. «Confidiamo nella partecipazione degli uomini e nelle donne che vogliono una soluzione diplomatica per questa guerra» è l’augurio degli organizzatori.