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«Il Tricolore è nato a Reggio, la vera festa resta la nostra»

Serena Arbizzi
«Il Tricolore è nato a Reggio, la vera festa resta la nostra»

Questo il parere di molti reggiani dopo la notizia che anche Modena vuole organizzare un evento in onore del Primo Tricolore

22 febbraio 2023
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Reggio Emilia «Se anche i modenesi vogliono fare una festa per la bandiera ben venga, ma si ricordino che il Tricolore è nato qui e la primogenitura delle celebrazioni rimane reggiana».

Questo il parere di molti reggiani dopo la notizia che anche Modena vuole organizzare un evento in onore del Primo Tricolore.

La bandiera nazionale, infatti, nacque il 7 gennaio 1797 a Reggio Emilia - e lo scorso 7 gennaio è stato celebrato il 226° anniversario della nascita del primo Tricolore - ma la prima sfilata pubblica avvenne il 12 febbraio seguente proprio a Modena. Questo è stato lo spunto che fa da sfondo all’ordine del giorno presentato dal consigliere modenese di Alternativa Popolare, Alberto Bosi, sottoscritto dal Pd, Lega, Gruppo Indipendente per Modena, Fratelli d’Italia e Forza Italia, che ha fatto man bassa di voti in Consiglio comunale. La mozione è stata presentata da Bosi, il quale ha ricordato che la nascita della bandiera italiana è legata a entrambi i territori, di Reggio Emilia e di Modena. Tuttavia, è all’ombra della Ghirlandina che «il Tricolore si spiegò in una pubblica passeggiata – puntualizza il consigliere di Alternativa Popolare – per come l’aveva disegnato il modenese don Antonio Rovatti».

«Il Tricolore è nato a Reggio Emilia e la festa rimane principalmente qui – dice, energico, Alberto Miari –. È una festa che ritengo molto importante per i reggiani, quella del 7 gennaio. Se i modenesi vogliono celebrare anche loro, chiaramente, lo possono fare, ma che si ricordino che il Tricolore è nato a Reggio Emilia e la nostra è una tradizione importante». Su eventuali suggerimenti all’amministrazione su come rendere maggiormente popolare e partecipata la celebrazione del 7 gennaio, Miari evidenzia: «Io la vivo già come un grande momento di partecipazione».

Maurizio Medici ribadisce quanto detto da Miari: «Il Tricolore qui è nato e qui resta. Sono contrario al fatto che le celebrazioni vengano decentrate. Questa festa è attrattiva per il territorio e rappresenta un nostro fiore all’occhiello».

Più morbida la posizione di Savio Turrini: «Non sono contrario al fatto che Modena organizzi una festa dedicata al Tricolore. Se ci tengono...». Turrini ricorda inoltre un’istituzione modenese legata a doppio filo alla bandiera italiana. «Nel cuore di Modena, a due passi dalla Ghirlandina, sorge l’Accademia Militare, un altro vessillo molto importante, che si accosta perfettamente alla bandiera. Dai miei ricordi di ragazzo, affiora l’immagine di quando andavo a scuola a Modena e ogni anno vedevo arrivare un drappello speciale arrivare da Roma. Eravamo un Ducato unico insieme a Modena, quindi non ci vedo nulla di strano nell’essere accomunati ancora una volta da u n evento».

Anche Daniela Beltrami non boccia a priori la festa tricolore in chiave modenese. Tuttavia dà un suggerimento: «Perché non pensare a qualcosa insieme? È giusto che anche loro vogliano organizzare qualcosa. Ci sta che anche Modena rivendichi il suo ruolo e una bandiera insieme all’unità d’Italia. Perché, però, non lavorare sul creare qualcosa insieme?».

Anche Silvana Ravone elogia l’iniziativa modenese: «Non ci vedo nulla di male. Ben venga se anche i modenesi organizzano qualcosa».

Non è d’accordo, invece, Franco Siveri: «Perché la vogliono organizzare anche a Modena, la festa, se la bandiera è nata a Reggio Emilia? I modenesi, al massimo, possono fare una festa di rincalzo che però non c’entra nulla con il luogo in cui è nata la bandiera. Il Tricolore, per di più, sarà passato per tutta Italia in quel periodo, ma è nato a Reggio Emilia e la vera festa rimane qui».

L’argomento non tocca da vicino Deanna Iori: «Non mi interessa nulla: quello che so è che Reggio è diventata una città simbolo di degrado, sulle strade ci sono buche dappertutto. Non è solo peggiorata, ci sono condizioni di sporcizia indegne. L’unica cosa a cui pensano gli amministratori sono queste feste».l