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Il caso

Per errore non paga 10 centesimi: la multa schizza fino a 387 euro

Nicolò Valli
Per errore non paga 10 centesimi: la multa schizza fino a 387 euro

La contravvenzione risale al 2018, passò con il rosso al semaforo

22 febbraio 2023
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Reggio Emilia Quante volte, per la fretta o a causa di semplici disattenzioni, capita di sbagliare a digitare qualcosa? Si sbaglia numero di cellulare da chiamare, piuttosto che una lettera sulla tastiera. Può capitare, e il caso in questione fa sorridere ed arrabbiare nello stesso tempo, che l’errore possa però avvenire anche nel pagamento di una multa. È quanto avvenuto a un avvocato reggiano, che nel 2018 passò col semaforo rosso da Piazza del Tricolore, in piena circonvallazione e a pochi passi dal mitico stadio Mirabello. Le numerose telecamere stazionate fotografarono la targa della sua auto; nel giro di poco, arrivò di conseguenza a casa una raccomandata contenente una multa da andare a ritirare: 125,10 euro l’importo, che l’avvocato subito provvide a pagare. Peccato che, per una svista, il bonifico diretto al Comune partì con uno “zero” in più e un “uno” in meno: 125 euro puliti.

Nessun tentativo di risparmiare, anche perché chi lo farebbe per 10 centesimi, ma solo una semplice e naturale svista in buona fede.

Per cinque anni tutto tranquillo, ma l’altro giorno il protagonista di questa vicenda si è visto recapitare una seconda raccomandata, con un importo di 387 euro. Un’altra multa? Niente affatto, ma solo la “maggiorata” per il mancato pagamento della sanzione di cinque anni prima. A pochi mesi dalla data di prescrizione, in sostanza, era arrivata la segnalazione e quindi la “penalità”. L’avvocato si è subito rivolto al Comando di Polizia Locale, la quale ha compreso il disguido ma si è mostrata impotente di fronte all’accaduto. Un’odissea raccontata su Reggionline e confermata alla Gazzetta di Reggio dal comandante locale Stefano Poma.

«Capisco benissimo la situazione ma, purtroppo, la norma è chiara – le sue parole – se il computer rileva un pagamento non completo non autorizza la pratica. Pagare 125 euro o non pagare nulla è in sostanza la stessa cosa, perché è un sistema informatico. Non è la prima volta che accade, servirebbe una norma nazionale per cambiare le cose. Lo stesso discorso vale perla riduzione dell’importo in cado di pagamento della sanzione entro i 5 giorni: molti pagano al quarto o quinto giorno; il sistema, però, lo rileva successivamente rendendo vana l’operazione».

I cavilli burocratici non hanno convinto l’avvocato, che ha deciso di rendere pubblico l’accaduto sporgendo una denuncia al Comune. L’11 maggio il giudice di pace si esprimerà: all’avvocato basterà pagare i 10 centesimi, vero e proprio “casus belli”, o invece sarà costretto a fronte delle normative a rendere i 387 euro, che peraltro andrebbero aggiunti ai 125 già versati?

Probabile, anche in considerazione della parti coinvolte, che si arrivi ad una soluzione diplomatica.

Rimane però l’imbarazzo per una situazione che potrebbe verificarsi anche per altri cittadini, magari meno competenti in materia legislativa. Urge dunque una soluzione maturata e condivisa da parte delle autorità competenti; una soluzione che tuteli i cittadini e che non sia paragonabile... ad un lancio della monetina. Ovviamente da 10 centesimi.l