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«Stop ai lavori? Una bomba sociale» Rischio blocco per ottocento cantieri

Alice Benatti
«Stop ai lavori? Una bomba sociale» Rischio blocco per ottocento cantieri

Il presidente della Cassa Edile Ferrarini interviene sul nodo Superbonus

25 febbraio 2023
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Reggio Emilia Il decreto d’urgenza che ha bloccato cessione dei crediti e sconti in fattura, motivato dal governo Meloni con la necessità di arginare i danni alla finanza pubblica, in provincia di Reggio Emilia rischia di bloccare 800 cantieri aperti. «Che questa settimana sono continuati perché ci aspetta che arrivi una soluzione nell’arco di massimo 14 giorni» riporta il presidente della Cassa Edile di Reggio Emilia Fabrizio Ferrarini. «Dopodiché si fermeranno, nell’attesa di capire il da farsi». Due settimane, dunque, è l’orizzonte che hanno davanti i cantieri, a diverso livello di svolgimento sul territorio, prima di bloccarsi. «Questo metterebbe in grossa difficoltà le imprese industriali e artgiane con pesanti ricadute sui posti di lavoro» sottolinea Ferrarini, che però è fiducioso: «Non penso che il governo farò esplodere una bomba sociale di questo tipo». Di fatto, la norma ha fermato la cessione dei crediti per i casi in cui non è stata effettuata la Cila (il titolo abilitativo necessario per poter procedere con i lavori) prima del 17 febbraio, data di entrata in vigore del decreto. «Formalmente se i cantieri aperti ora hanno bisogno di capire quello che succederà in tema crediti, quelli che avrebbero dovuto aprirli a breve rivaluteranno dal momento che l’economia si basa sulla propensione e quella psicologica attualmente ora si traduce con “non farò più niente”» chiarisce il presidente della Cassa Edile, l’ente bilaterale che associa nella nostra provincia, caso unico in Italia, anche Ance, sezione edile di Confindustria. L’incertezza è poi moltiplicata per quei cantieri aperti (oltre 400, più della metà) che nella nostra provincia hanno diversi bonus al loro interno dunque date di fine lavori differenti. Un altro scenario riguarda poi i condomini che si ritrovano con progetti già pronti che, alla situazione attuale, potrebbero non vedere mai realizzati. «Parliamo di alcuni centinaia di progetti» precisa Ferrarini. E toccherà alle famiglie pagare gli studi professionali che se ne sono occupati. Il presidente evidenzia che se nel 2019, prima del Superbonus, la Cassa Edile aveva un giro d’affari (corrispondente alla massa salari) pari a 46 milioni, nel 2022 con il “110%” la massa salari ha raggiunto i 60 milioni. «Il rischio è una diminuzione di circa il 25%», pari a 14 milioni (che riguardano dunque soltanto il “pezzetto” di contribuzione della Cassa Edile). «Uno spiraglio di luce c’è cioè la rapida “messa a terra” del Pnrr – afferma Ferrarini – perché uno scenario che vede il Superbonus bloccato e il Pnrr che inizia fra un anno e mezzo sarebbe davvero preoccupante». Al momento sul tavolo dell’esecutivo ci sono diversi correttivi, alcuni fortemente caldeggiati dalle associazioni di categoria, che hanno messo nero su bianco le loro “ricette” per salvare un settore a rischio collasso. I principali punti in discussione riguardano la riapertura della cessione del credito e dello sconto in fattura per le aree terremotate, gli Iacp (istituti autonomi case popolari) e le onlus. Si lavora poi all’apertura delle compensazioni fra i crediti d’imposta e le tasse raccolte dalle banche con gli F24 dai loro clienti. In discussione ci sono infine possibili correttivi sul periodo transitorio.