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Pd, Castagnetti prende tempo «L’esito delle primarie non mi stupisce»

Serena Arbizzi
 Pd, Castagnetti prende tempo «L’esito delle primarie non mi stupisce»

Il fondatore del partito: «Su queste primarie interverrò più avanti»

27 febbraio 2023
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Reggio Emilia «Non ricopro ruoli di responsabilità all’interno del partito, quindi posso permettermi il lusso di intervenire più avanti rispetto all’esito di queste primarie che, però, non mi ha stupito affatto». Pierluigi Castagnetti rappresenta il cuore dell’ex Democrazia Cristiana fra i padri nobili del Pd. Negli ultimi mesi, l’onorevole nato a Gaida è stato autore di sferzanti dichiarazioni che hanno evocato molto più di dell’ombra di una scissione, nel caso di cambiamento dello statuto. Inoltre, l’ex segretario del Partito Popolare Italiano, lo scorso dicembre, ha paventato un’eccessiva sterzata antiliberista del partito, in caso di vittoria di Elly Schlein. E ha minacciato di andarsene, facendo comparire all’orizzonte la rinascita della Margherita o, come lo hanno definito alcuni, il partito del presidente Mattarella, vista la nota amicizia di lunga data tra il Capo dello Stato e l’onorevole reggiano.

Allargando la prospettiva dell’analisi, la fusione a freddo tra ex Pci ed ex democristiani avvenuta nel 2007 con la nascita del Pd non ha coinciso con un rimescolamento delle due identità che, al contrario, rimangono ancora spiccate e ben divise. L’esperimento di compromesso sarebbe destinato, dunque, a concludersi? Si vedrà nelle prossime settimane, ma una compattazione risulta difficile anche alla luce di queste parole, scritte su Twitter da Castagnetti lo scorso novembre: “Avevamo già eletto una presidente non iscritta (evidentemente non ci credeva abbastanza), e adesso cambiamo lo statuto per consentire a chi non è iscritto (perché evidentemente non ci crede abbastanza) di diventarne addirittura segretario. Cos’altro?”.

Il fermento nell’ala cattolica del Pd permea le chat, divenute incandescenti dalla giornata di domenica in modo crescente man mano che lo spoglio dei voti consegnava risultati chiari. Ci sono cattolici del partito che hanno espressione preoccupazione che potrebbero ripercuotersi sulla presenza o meno nel futuro dei dem, con il cambio di segretario e con un avvicinamento agli ideali più radicali della sinistra. Così come Castagnetti si era già espresso in modo critico, altri cattolici, in provincia e in città, non lesinano attacchi sul modo in cui sono state organizzate le primarie, chiedendosi cosa conti essere iscritto a un partito quando la volontà degli iscritti era già emersa chiaramente al primo turno, ma è stata completamente rovesciata dall’esito delle elezioni di domenica, aperte a tutti. Un malcontento che parte da lontano, già presente durante la segreteria Letta. «In questo momento sto a guardare, voglio vedere le future scelte di indirizzo che prenderà la nuova segreteria – afferma Marco Chiessi, ex consigliere comunale di Correggio, cattolico, iscritto al Pd –. Credo che noi cattolici dobbiamo avere ancora un peso all’interno del Pd, partito in cui non ho smesso di credere».