Gazzetta di Reggio

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La vittoria di Schlein

De Franco, gioia incontenibile «Ci abbiamo creduto da subito»

Roberto Fontanili
De Franco, gioia incontenibile «Ci abbiamo creduto da subito»

L’ex segretario di Art. 1: «Sono certo che saprà rispettare le idee di tutti»

27 febbraio 2023
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Reggio Emilia «Elly Schlein non ha lo stile di Renzi e certamente non pensa ad un Pd muscolare. Immagino una segreteria nazionale che rispetti le idee di tutti». Lanfranco De Franco, segretario di Art.1 (che si è sciolto per rientrare nel Pd) e uomo di punta del Comitato provinciale a sostegno della neo segretaria, mette le mani avanti e smussa gli ostacoli sulla gestione di una federazione provinciale che per la prima volta nella storia si trova in minoranza per aver appoggiato nei circoli Pd e nelle primarie il candidato sconfitto.

De Franco se lo aspettava?

«Ci abbiamo creduto fin dall’inizio. Pur partendo svantaggiati sentivamo che c’era un movimento di giovani e di donne che credeva in questa proposta. Ma dal credere che accadesse davvero ce ne passa. La vittoria di Schlein è arrivata perché ha saputo interpretare la voglia di cambiamento nel popolo di sinistra che ha dato un chiaro segnale per un partito ecologista, progressista e femminista».

Si è trattato quindi anche di una scelta generazionale?

«Direi che si è trattato di una richiesta forte di cambiamento per un candidato donna e di quello che faceva segnare una maggiore discontinuità».

Il fatto che sia una donna come Meloni ha inciso?

«No: il presidente del Consiglio non lavora per i diritti delle donne, ma c’era nelle donne una grande voglia di avere un segretario al femminile. È un tema che ha inciso».

Lei è tra coloro rientrati nel Pd che hanno vinto le primarie ribaltando il voto dei circoli. Se fossi un iscritto mi sentirei in parte defraudato.

«Il Pd con coraggio ha impostato da subito un congresso aperto che prevedeva la partecipazione di altre forze politiche ed è stata premiata una proposta di cambiamento. Per quanto riguarda Art. 1 abbiamo preso l’impegno di rientrare nel Pd a prescindere da chi avesse vinto le primarie. Possiamo discutere se il meccanismo delle primarie abbia un senso e meno, ma è da sedici anni che funziona così».

Non teme una scissione dell’area che fa riferimento agli ex Popolari?

«Elly imposterà una segreteria nazionale in cui tutti possano sentirsi a casa propria e quindi non credo a fratture o scissioni, ma prevarrà la necessità di lavorare con uno spirito unitario e di collaborazione».

La nuova segretaria Pd porta in dote l’appoggio alle primarie di dirigenti storici come Orlando e Franceschini. Riuscirà a smarcarsi o ne sarà condizionata?

«Una qualità di Schlein è la sua indipendenza. Chi la sostiene lo fa sapendo che non ci saranno rendite di posizione. Se l’ha sostenuto pensando il contrario si è sbagliato».

Alla fine questo congresso è stato tutt’altro che un’assise costituente come avrebbe dovuto essere.

«La fase costituente del Pd deve cominciare oggi. Tutti i candidati hanno preso questo impegno. Adesso bisogna farlo perché la questione di darci una precisa identità non l’abbiamo ancora risolta».

Che Pd sarà quello a giuda Schlein?

«Fresco nei contenuti e nel modo di porsi, non muscolare e dove ci sarà unitarietà e solidarietà tra le diverse anime. Sarà un Pd coraggioso nell’esprimere le proprie posizioni e che ha capito che spesso l’elettorato è più avanti delle classi dirigenti. Un partito capace di andare incontro alla richiesta di quel cambiamento che le primarie hanno espresso».

Resta il fatto che il Pd reggiano per la prima volta si troverà in minoranza.

«Non ne farei un dramma. Ci può stare che alcuni territori abbiamo un parere diverso. Non vedo rischi particolari».