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Più di duecento docenti reggiani sostengono la preside anti-fascista

Martina Riccò
Più di duecento docenti reggiani sostengono la preside anti-fascista

La campagna di “Priorità alla scuola” dopo la reazione del ministro

27 febbraio 2023
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Reggio Emilia «Una prova pratica di antifascismo». È così che “Priorità alla scuola”, movimento nato nel 2020 per ripensare la scuola pubblica, e che a Reggio raccoglie numerose adesioni, ha intitolato la campagna di sostegno ad Annalisa Savino, la dirigente scolastica del liceo scientifico Leonardo da Vinci di Firenze, che lo scorso 21 febbraio ha scritto una lettera aperta ai suoi studenti in seguito al pestaggio avvenuto davanti al liceo Michelangiolo e che, per questo, è stata redarguita dal ministro dell’istruzione e del merito Giuseppe Valditara che ha definito la sua circolare «impropria». Secondo “Priorità alla scuola” le parole del ministro sono «di una gravità estrema», tanto più che nessun esponente del governo ha condannato quanto successo a Firenze, dove due studenti di un collettivo di sinistra sono stati pestati con calci e pugni da almeno sei appartenenti all’organizzazione di estrema destra Azione studentesca. «In seguito alle dichiarazioni rilasciate dal ministro, “Priorità alla Scuola” e tutta la comunità educante che si riconosce nei valori della scuola della Costituzione ringraziano la dottoressa Annalisa Savino e le esprimono la loro solidarietà di fronte alle esplicite minacce di provvedimenti disciplinari, scandalosamente lanciate dal ministro durante un’intervista televisiva», si legge nella petizione del movimento, che poi ha invitato «tutta la comunità educante che si riconosce nella scuola antifascista e democratica a unirsi a queste parole sottoscrivendole».

Detto fatto: in meno di un giorno sono state raccolte più di centomila firme su tutto il territorio nazionale, di cui più di duecento a Reggio Emilia. «L’intervento del ministro Valditara, di cui noi chiediamo le immediate dimissioni, è un attacco alla sacralità della scuola pubblica e noi crediamo che sia dovere di tutti, non solo insegnanti ma anche genitori, studenti e personale scolastico, sostenere chi ancora esercita il diritto di parola e opinione», è l’appello di Barbara Bertani, professoressa e attivista di “Priorità alla scuola Reggio Emilia”. «Purtroppo da tempo chi fa la scuola non si sente più libero di raccontare cosa accade a scuola – continua Bertani – mentre la preside Savino, che io chiamo preside per rispetto, perché con la sua lettera è stata presidio di democrazia e dei valori fondanti della nostra Costituzione, ha rotto il silenzio e non ha avuto paura di parlare. Ora tocca a noi sostenerla e sostenere, così, una scuola libera, democratica e antifascista».

Quanto avvenuto dopo il pestaggio a Firenze – non ultimo il video in cui la lettera della dirigente scolastica Savino è stata bruciata – non ha lasciato indifferenti i reggiani. In molte scuole della città gli insegnanti, oltre a firmare la petizione di “Priorità alla scuola”, stanno pensando di scrivere direttamente alla preside fiorentina, per sostenerla. Non esiste invece, al momento, una presa di posizione condivisa dai dirigenti scolastici. Molti, raggiunti telefonicamente, si sono gentilmente rifiutati di rilasciare commenti. «Hanno paura – traduce Barbara Bertani – di essere accusati di interventi politici o politicizzati. Bene, nel 1931 solo 12 professori universitari su 1.225 si rifiutarono di giurare fedeltà al fascismo. Loro rischiarono la vita, tutto. Noi oggi di cosa abbiamo paura? È inquietante pensare di essere alla mercè di un potere che ci impedisce di parlare. Allora a maggior ragione dovremmo rischiare». l