«Ammazzo te e la tua famiglia» Arrestato per maltrattamenti
Un 37enne è in carcere dopo anni di percosse e minacce alla compagna
Reggio Emilia «Ti scanno, ammazzo te e tutta la tua famiglia di m..., tuo fratello che è psicopatico, tossica. Adesso arrivo a casa e ti devo ammazzare». O ancora: «Chiama un taxi, che vediamo se di qui ne esci viva».
Queste agghiaccianti frasi, secondo quanto risulta dagli approfondimenti effettuati, sono state pronunciate da un 37enne finito davanti al giudice ieri mattina dopo essere arrestato domenica, al culmine dell’ennesimo episodio di maltrattamenti ai danni della compagna, davanti a due figli minorenni.
La questura è intervenuta in soccorso della donna dopo che il compagno l’aveva percossa con pugni in testa e strappandole i capelli. Lesioni dopo le quali la convivente ha riportato ematomi e le sono stati diagnosticati sette giorni di prognosi. A carico dell’uomo le denunce da parte della compagna sono iniziate nel 2017. Umiliazioni, percosse, parolacce, offese al suo indirizzo. In un caso, il 37enne era arrivato a percuotere la donna con una spranga di ferro, in un’altra occasione le aveva sferrato calci alla gamba e pugni in testa, pochi giorni prima dell’arresto le ha dato nuovamente pugni in testa, le ha strappato una ciocca di capelli e l’ha minacciata con un paio di forbici, costringendola a vivere in uno stato di terrore e costrizione, portandole via il denaro per il mantenimento dei figli e costringendola a limitare spostamenti e comunicazioni.
L’ultimo episodio si è verificato domenica, quando il 37enne ha offeso la compagna, ritornata con lui per ragioni economiche dopo tentativi di separazione. Al mattino l’uomo l’ha offesa a davanti ai suoi tentativi di chiamare un taxi per raggiungere la madre per trovare così rifugio da lei, l’ha minacciata, sfidandola a uscire di casa: “Chiama, chiama che vediamo se di qui esci viva”. La figlia ha avvisato la polizia: gli agenti sono intervenuti e hanno salvato la donna, portandola a casa della madre. A carico dell’uomo c’è l’aggravante di aver commesso i fatti davanti a due figli minorenni.
Sempre per quanto riguarda i figli, l’uomo era già sottoposto a divieto di avvicinamento a 300 metri dalle due figlie più grandi, dati gli episodi di recidiva. Come emerge dalla prima denuncia e dal procedimento successivo, con condanna per maltrattamenti, divenuta irrevocabile nel 2020, l’imputato manifestava un comportamento di sopraffazione morale e fisica nei confronti della donna. In particolare, l’uomo sfogava la sua rabbia e la sua delusione su di lei, rendendola oggetto di più minacce, anche molto gravi, e di aggressioni fisiche, tanto da rendere impossibile la convivenza. Negli anni passati, il tribunale dei minori, come detto, ha disposto anche la sospensione della potestà genitoriale nei confronti delle due figlie più grandi, per le quali è scattato anche il divieto di avvicinamento.
Ieri mattina, nel corso dell’udienza di convalida dell’arresto davanti al giudice Silvia Guareschi, il pubblico ministero Laura Galli ha chiesto il carcere. L’imputato, difeso dall’avvocato Costantino Diana dello Studio Cataliotti, ha chiesto i domiciliari con braccialetto elettronico. L’uomo ha dichiarato che in casa si litigava spesso a causa di tradimenti. Il giudice si è riservato di decidere. Nel frattempo l’imputato rimarrà in carcere. l