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Migranti, scatta la stretta sull’ospitalità: «Oltre duecento hanno trovato lavoro»

Migranti, scatta la stretta sull’ospitalità: «Oltre duecento hanno trovato lavoro»

Firmato in Prefettura l’accordo con i gestori. Al via le verifiche sui redditi dei richiedenti asilo

01 marzo 2023
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Reggio Emilia Formalizzare l’impegno degli enti gestori dei servizi di accoglienza a collaborare con la Prefettura per verificare i redditi dei migranti ospitati: è questo, in sintesi, lo scopo dell’accordo siglato ieri mattina tra il prefetto, Iolanda Rolli, e il presidente del consorzio Oscar Romero, in rappresentanza del raggruppamento temporaneo di imprese che gestisce i centri di accoglienza straordinaria (i cosiddetti Cas) dedicati ai richiedenti asilo (che comprende le cooperative Dimora d’Abramo, L’Ovile, Madre Teresa, La Vigna, Papa Giovanni XXIII e il Ceis).

Secondo la legge, in effetti, solo i richiedenti asilo che risultano privi di mezzi sufficienti a garantire una vita adeguata al sostentamento proprio e dei propri familiari hanno accesso all’accoglienza: se quindi la Prefettura accerta la disponibilità da parte dell’ospite di mezzi economici sufficienti dispone la revoca delle misure di accoglienza.

Si tratta di una norma utilizzata spesso dal prefetto Rolli a partire da agosto 2021, da quando, cioè, sono stati accertati oltre duecento casi di richiedenti che, pur avendo trovato un impiego lavorativo, hanno abusato del diritto alle misure di accoglienza, rimanendo senza titolo nei centri anche per più anni.

«Con questo accordo – ha evidenziato il prefetto – vogliamo gettare le basi per evitare di trovarci di nuovo in una situazione di diffusa irregolarità come quella riscontrata un paio di anni fa, e la realizzazione di questo obiettivo non può che passare attraverso la responsabilizzazione degli ospiti sul rispetto del requisito reddituale, favorendo le dimissioni volontarie al posto di quelle dovute ai provvedimenti di revoca».

A tale proposito gli enti gestori proporranno la sottoscrizione di una dichiarazione con la quale ogni ospite darà atto di essere a conoscenza dei requisiti per godere dell’accoglienza, confermerà di essere privo di mezzi sufficienti di sussistenza e si impegnerà a dimettersi spontaneamente dal progetto qualora dovesse intervenire una variazione di reddito tale da far perdere quel requisito. Le cooperative, oltre a sensibilizzare i beneficiari sul rispetto della legge e a segnalare alla prefettura informazioni rilevanti sulla loro situazione lavorativa, accompagneranno il percorso di dimissioni volontarie, che dovranno avvenire entro trenta giorni dal ricevimento della prima busta paga o, se posteriore, di sessanta giorni dalla stipula del contratto di lavoro.

«L’intesa raggiunta – ha detto il prefetto – non sarebbe stata possibile senza la volontà e l’impegno profuso dagli enti gestori, i quali, dopo due anni complicati, si sono dimostrati sensibili al tema della regolarità degli ospiti dei centri di accoglienza, e che quindi ringrazio pubblicamente». Soddisfatto anche il presidente del consorzio Oscar Romero, Valerio Maramotti, che è intervenuto a nome di tutte le coop: «L’accordo è frutto di un lungo confronto e una proficua collaborazione tra noi enti gestori e la prefettura. Il lavoro per i migranti, d’altronde, è sempre stato uno dei punti più qualificanti il nostro sistema di accoglienza, e lo abbiamo sempre considerato elemento di grande importanza nel percorso di inserimento sociale e di integrazione delle persone ospitate. Oggi definiamo quindi il ruolo e le responsabilità di tutti i soggetti coinvolti nell’accoglienza, migliorando ulteriormente un servizio che riteniamo già molto efficace sia per gli accolti che per tutta la collettività».

«Quella di Reggio – ha aggiunto il prefetto – è una realtà socio-economica particolarmente vivace, caratterizzata da una domanda di lavoro che permette ai richiedenti protezione internazionale di trovare occupazione anche a pochi mesi dal loro arrivo, iniziando un percorso che porta all’indipendenza economica. È quindi essenziale garantire che i centri di accoglienza siano dedicati esclusivamente a coloro che non hanno mezzi sufficienti di sussistenza, non solo per evitare indebite erogazioni di denaro pubblico, ma anche per non snaturare la funzione di quelle misure». Per Rolli, «d’altronde in un momento complicato come quello attuale, caratterizzato da continui e numerosi arrivi di migranti, è fondamentale che le risorse dedicate all’accoglienza siano destinate a chi davvero ne ha diritto e bisogno, e l’accordo siglato proprio in questa direzione». 
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