Gazzetta di Reggio

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L’udienza

Appalti, Gnoni super intercettato il trojan anche nel pc del Comune

Appalti, Gnoni super intercettato il trojan anche nel pc del Comune

La Corte ritiene però inutilizzabili le intercettazioni fatte tramite il telefonino Fuori, perciò, dal processo le frasi captate riguardanti le turbative d’asta

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i Tiziano Soresina

Reggio Emilia Sul “piatto” c’era ieri l’ammissibilità o meno delle intercettazioni nel processo – con rito ordinario – con al centro appalti comunali contestati (per 27 milioni di euro) e venti imputati alla sbarra (dirigenti del Comune ancora in carica oppure ex, un assessore non più in quel ruolo e liberi professionisti).

L’udienza è durata poco – solo due gli imputati presenti – comunque si è rivelata succosa. Infatti dall’ordinanza emessa dal collegio giudicante presieduto da Sarah Iusto, sono emerse diverse prese di posizione e soprattutto come durante le indagini fosse stato messo sotto pressione il 70enne Santo Gnoni (al tempo capo dell’ufficio legale del Comune) che aveva un trojan sia nello smartphone, sia nel personal computer che usava in municipio.

Una differenziazione di captazione investigativa che ha trovato pure esiti differenti nella decisione della Corte. Infatti i giudici hanno ritenuto inutilizzabili le intercettazioni con il trojan nel cellulare e che coprono un periodo che va dal febbraio 2016 al gennaio 2017. Le difese avevano nell’udienza precedente chiesto l’inutilizzabilità di quelle intercettazioni ritenendole a quel tempo consentite solo in relazione a reati di criminalità organizzata. Mentre l’accusa – cioè le pm Valentina Salvi e Giulia Stignani – si era opposta, ritenendo che l’unica limitazione fosse quella che non avvenissero in luoghi di privata dimora e che la Finanza durante l’inchiesta aveva «concretamente attuato il disposto giudiziale provvedendo ad attivare e disattivare il microfono in relazione ai diversi luoghi in cui il soggetto intercettato si spostava». Sul punto i giudici non hanno ritenuto sufficiente l’accorgimento utilizzato dalla Procura «poichè tale forma di captazione equivale ad un’intercettazione tra presenti ed il particolare mezzo utilizzato, consistendo nella inoculazione di un virus in un dispositivo informatico portatile, rende impossibile determinare a priori i luoghi ove si svolgerà l’intercettazione». Una inutilizzabilità che incide sulle accuse di turbativa d’asta (in particolare la gestione del nido Maramotti). Mentre la Corte ritiene utilizzabili le intercettazioni con il trojan nel pc di Gnoni in Comune «visto che la natura stanziale dell’apparecchio informatico in cui è stato inoculato il trojan rende l’intercettazione del tutto analoga ad un’intercettazione ambientale classica». E il via libera a questo tipo di captazioni effettuate riguarda diverse imputazioni. Poi c’è un terzo punto riguardante altre intercettazioni che ora verranno trascritte (il perito sarà nominato nella prossima udienza) e la Corte valuterà se utilizzarle nel corso del dibattimento. Per le difese queste intercettazioni sono inutilizzabili ai fini di provare reati per cui non erano state espressamente autorizzate, mentre il collegio giudicante pospone la decisione all’esito del dibattimento. Nella prossima udienza dell’8 marzo saranno sentiti diversi finanzieri che si sono occupati delle indagini ed anche l’assicuratore Ermes Ruozzi che ha patteggiato 1 anno e 10 mesi di reclusione nell’udienza preliminare per un appalto legato ad un servizio di brokeraggio.l