Gazzetta di Reggio

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Il debutto della riforma

Separazioni e divorzi: dall’inizio dell’anno già depositati 615 atti

Separazioni e divorzi: dall’inizio dell’anno già depositati 615 atti

Boom di richieste al tribunale di Reggio Ora c’è il rito unico con l’obiettivo di dirsi addio in 12 mesi

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Reggio Emilia «Sono 615 le cause, tra divorzi e separazioni, già depositate nella cancelleria del tribunale di Reggio Emilia da inizio anno». Trecento al mese. Una vera e propria impennata, afferma l’avvocato Francesca Salami, referente della Commissione famiglia dell’Ordine degli Avvocati reggiano, dovuto a «un malessere generale e sociale e all’onda lunga del Covid: ma questo è il mio sentore personale, non dispongo dei dati di raffronto rispetto all’anno precedente».

Si tratta comunque di un numero impressionante di cause pendenti. Ancor più se si considera che dal primo marzo, cioè due giorni fa, è entrata in vigore la riforma Cartabia, vale a dire la riforma del diritto di famiglia voluta dall’ex ministra della Giustizia del governo Draghi Marta Cartabia e anticipata di quattro mesi dal governo Meloni (la data inizialmente prevista era il 30 giugno 2023) che ha rivoluzionato soprattutto il Codice civile. In primis è diventato realtà il cosiddetto “divorzio lampo”: l’obiettivo della riforma Cartabia è quello di accorciare notevolmente le tempistiche sul divorzio in modo che gli ex coniugi si possano dire addio dagli attuali tre anni a (si spera) meno di un anno.

«L’obiettivo del legislatore è stato di velocizzare i tempi e al contempo da un lato tutelare soprattutto i minori e dall’altro intervenire sulle violenze intrafamiliari, piaga che non poteva più essere disattesa», spiega l’avvocato Salami. Finora il tempo medio per ottenere un divorzio era di tre anni perché «la procedura istruttoria era molto impegnativa. Prima della riforma c’erano due procedimenti: la prima davanti al presidente del tribunale (che prendeva provvedimenti urgenti e temporanei) e la seconda davanti al giudice istruttore designato dal presidente, che seguiva effettivamente la causa con cognizione ordinaria. Quindi i passaggi erano: fase di trattazione, fase istruttoria e fase conclusiva. L’iter si allungava ulteriormente con il procedimento per il rapporto di filiazione: ad esempio anche le coppie non sposate, una volta arrivate al capolinea, dovevano regolamentare il rapporto per i figli con un rito sommario condotto dal giudice senza termini».

La riforma Cartabia ha introdotto, prosegue Salami, «un rito unico per separazione, divorzio e regolamentazione dei rapporti di filiazione». Alla domanda se il traguardo di un anno sarà effettivamente possibile, il legale non si sbilancia: «Il calendario della causa lo decide il giudice. Di certo viene unificato nello stesso atto sia la domanda di separazione sia quella di divorzio. La principale novità riguarda l’obbligo, da parte degli avvocati delle controparte, di scambiarsi e depositare una serie di atti che arrivano sul tavolo del giudice in anticipo: il che significa che il giudice arriva “preparato” e con un quadro della situazione già alla prima udienza. In quest’ultima, sulla base degli elementi documentali, il giudice può prendere decisioni temporanee e rinviare a una seconda udienza oppure, se ritiene che i mezzi di prova siano sufficienti, rinviare direttamente al collegio (tre giudici) per la scelta». Secondo l’avvocato Salami «ad essere anticipato è anche il piano genitoriale: allegato agli atti introduttivi si deve dichiarare come si intende gestire la quotidianità dei figli, in base agli impegni scolastici, sportivi, perfino le vacanze».

Separazione e divorzio più celeri comporteranno anche un minore esborso? «In base alla normativa sull’equo compenso introdotta l’anno scorso, finora il costo i aggirava dai 1.600 euro al doppio. Ma non azzarderei previsioni. E nella somma non è compresa la divisione immobiliare». l