Gazzetta di Reggio

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Saranno portati via 15mila tonnellate di fanghi

Avviata la rimozione dai capannoni dei gessi fertilizzanti maleodoranti

Mauro Pinotti
Avviata la rimozione dai capannoni dei gessi fertilizzanti maleodoranti

Fabbrico Le operazioni dureranno giorni

04 marzo 2023
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Fabbrico Dopo un breve sopralluogo da parte di alcuni addetti della ditta Valli di Brescia nei capannoni di via Righetta di proprietà dell’azienda San Bernardino, dove sono state stoccate 15mila tonnellate di fanghi, nella tarda mattinata di giovedì sono iniziate le operazioni di recupero del materiale che proseguiranno anche la prossima settimana.

Una macchina operatrice ha cominciato a caricare i fanghi sui cassoni dei camion, coperti da un telo durante il trasporto, che hanno lasciato una scia nauseabonda come quella che era stata avvertita dai residenti di Fabbrico durante lo spandimento del materiale, dichiarato “fertilizzante” dopo le varie analisi effettuate e che, dopo il processo del gennaio scorso, è stato stabilito che “non ha inquinato i campi”.

Dove sono state trasferite quelle tonnellate di fango?

Sicuramente la ditta Valli di Brescia, che nel 2017 aveva depositato nei due capannoni di via Righetta il materiale, lo ha dovuto portare fuori dall’Emilia Romagna per effetto di un decreto della giunta regionale che vieta l’uso dei fanghi di depurazione, ribattezzati “gessi”.

Con la bonifica dei due capannoni si chiude di fatto una vicenda durata 6 anni, a colpi di carte bollate e di contese legali. Al Comune di Fabbrico è stata riconosciuta, per gli odori molesti, una provvisionale di 20mila euro ma non è escluso che i legali della Valli facciano ricorso pure su questo. Sotto il profilo giuridico, i fanghi di depurazione sono a tutti gli effetti dei rifiuti e, in quanto tali, sono disciplinati dalla legge, comprese tutte le connesse attività di deposito, trattamento e trasporto.

Da uno studio presentato nel 2022 alla Fiera “Ecomondo-Key Energy” di Rimini, la Federazione Utilitalia ha presentato lo studio “Fabbisogni impiantistici per una corretta gestione dei fanghi di depurazione”. Nel 2021, oltre il 50% dei fanghi è stato avviato allo smaltimento con situazioni piuttosto diversificate tra le macroaree.

Il Centro e il Sud Italia, infatti, hanno esportato complessivamente circa 560mila tonnellate di fanghi verso altre regioni, soprattutto al Nord. La prospettiva potrebbe aggravarsi nei prossimi anni a causa di una crescita dei quantitativi di rifiuti da gestire per la risoluzione delle procedure di infrazione e per una mancata o forte riduzione dell’utilizzo agricolo, sottoposto a limitazioni, e praticato comunque in un quadro di incertezza normativa a causa di una norma datata che andrebbe urgentemente riformata.

Questa situazione aggraverebbe il deficit gestionale del Centro-Sud Italia mettendo in forte difficoltà anche il Nord.

Ad oggi, la quasi totalità dei 1,5 milioni di tonnellate di fanghi avviati a recupero viene trattata per un successivo utilizzo in agricoltura sia in forma diretta che attraverso la produzione di ammendanti compostati misti e di gessi di defecazione.

Nel caso venisse a mancare l’utilizzo agricolo, occorrerebbe trovare immediata collocazione per circa 1,38 milioni di tonnellate di fanghi, alle quali andrebbe a sommarsi un ulteriore milione di tonnellate derivanti dalla risoluzione delle procedure di infrazioni. 

M.P.