Gazzetta di Reggio

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Invalida assume medicine sbagliate per un errore sul fascicolo sanitario

Invalida assume medicine sbagliate per un errore sul fascicolo sanitario

Reggio Emilia: il figlio se ne accorge e fa correggere le cure ma nessuno interviene, nonostante la segnalazione all’Ausl di Reggio

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di Ambra Prati

Reggio Emilia «A causa di uno “scambio” di dati con un’omonima durante un breve ricovero, mia madre, demente e invalida al 100%, ha assunto farmaci sbagliati». Paolo Schiaretti, 50 anni, racconta come un banale errore di inserimento dati possa trasformarsi in un’odissea, se confluisce nel fascicolo elettronico sanitario.

Schiaretti si prende cura a tempo pieno dell’anziana madre non autosufficiente di 78 anni, affetta da deterioramento cognitivo. Tutto è iniziato nell’autunno scorso, quando in seguito a una caduta la pensionata è stata ricoverata per breve tempo all’ospedale di Scandiano (il 21 novembre 2022) e poi al pronto soccorso di Reggio (il 19 dicembre).

«Quando ho trovato una struttura privata, a Cadè, mi hanno chiesto il foglio di dimissioni dal Magati, per sapere quale fosse la terapia – racconta il figlio –. Con la cartella clinica davanti, ho visto troppe cose che non tornavano: il codice fiscale era errato (per sole due lettere), la tessera sanitaria completamente diversa, il medico di base indicato è andato in pensione cinque anni fa, era stato raccomandato il vaccino quando mia madre li ha fatti tutti».

Quando il 50enne ha chiesto spiegazioni telefoniche al numero verde Covid gli è stato risposto: «Qui figura una paziente omonima». Anche la responsabile della struttura ha contattato l’ospedale per chiedere «quale delle due donne omonime fosse stata ricoverata». Il mix di prescrizioni, secondo Schiaretti, «ha portato a somministrare medicinali nelle dosi sbagliate: ad esempio sono state prescritte 12 gocce di Delorazepam contro le due gocce precedenti. Ci ho badato dopo».

Da venerdì scorso la 78enne è stata riportata a casa dal figlio, che però è in difficoltà.

«Mia madre prendeva otto farmaci al giorno: nella scheda ne compaiono tre. Mi sto limitando a quei tre, non sapendo se servono anche quelli precedenti. Il problema è che sul fascicolo sanitario non compare nulla: né la caduta né i ricoveri. Vorrei capire chi è che deve correggere il fascicolo sanitario: di certo non lo posso fare io. Chiedo che il fascicolo venga corretto a livello informatico, perché serve la storia clinica: è importante, vista la sua invalidità».

Al momento il familiare è andato dal medico di base «per avere la ricetta scritta dei farmaci attuali: per sicurezza e per poterlo consegnare in caso di bisogno. Ho il terrore che mia madre venga ricoverata in questa situazione».

Per trovare il bandolo della matassa Schiaretti si è rivolto all’avvocato Gianluca Tirelli, che ha inviato una Pec alla dirigenza sanitaria dell’Ausl. La lettera elenca i dati errati e conclude: «Con tutta evidenza la cartella clinica è formata da prescrizioni relative a persona differente o è “mescolata” con i dati relativi ad altra persona. Le indicazioni errate costituiscono gravissimo rischio di cure e somministrazioni di farmaci errati, con conseguente gravissimo pericolo per la salute della signora. Vi invito ad attivarvi per porre rimedio, correggendo i dati inseriti». È passato quasi un mese ma la lettera è caduta nel vuoto: nessuna risposta. L’avvocato Tirelli aggiunge: «Spero che la questione si risolva al più presto e che vengano presi provvedimenti per evitare che questa commistione di dati possa arrecare danno ad altri. Qui c’è un’altra persona che forse, senza saperlo, sta subendo le stesse conseguenze della mia assistita». l