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Una meningite fulminante uccide Annamaria Vecchi

Alice Benatti
Una meningite fulminante uccide  Annamaria Vecchi

La 54enne informatica reggiana era ricoverata in medicina d’urgenza al Santa Maria Nuova da domenica 19 febbraio

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Reggio Emilia Non ce l’ha fatta Annamaria Vecchi: una meningite fulminante se l’è portata via in meno di due settimane, tra l’incredulità e la disperazione delle persone che le volevano bene. La 54enne informatica reggiana, ricoverata in medicina d’urgenza al Santa Maria Nuova da domenica 19 febbraio, si è spenta ieri mattina dopo oltre una settimana di coma.

«All’inizio aveva i sintomi del virus gastrointestinale: nausea, vomito, mal di testa» racconta il marito, Luca Lusetti, suo compagno di vita da 21 anni. «Continuava a stare male, così l’ho portata in ospedale. Una volta ricoverata le hanno fatto degli esami e le è stata diagnosticata la meningite. Nell’arco di quattro giorni, è entrata in coma. Purtroppo, la legge ci ha impedito di accompagnarla alla fine in un modo più rapido e indolore. Posso assicurare che, per una famiglia, sette giorni ad aspettare una morte drammaticamente annunciata sono eterni». Il risentimento si mescola al dolore, nel giorno del decesso, per una perdita tanto prematura quanto difficile da accettare a causa dell’imprevedibilità con cui la malattia è piombata all’improvviso su sua moglie, così tanto amante della vita. Sposati dal 2014, senza figli, vivevano a Reggio Emilia insieme ai loro tre gatti. «Era una donna intelligentissima, acculturata, spiritosa – la ricorda Luca – le piaceva stare in compagnia, amava gli animali e i viaggi. Praticamente lavoravamo per poter viaggiare». «Uno dei suoi sogni– racconta – era fare il bagno con i delfini e nel 2013, volati negli Stati Uniti, lo abbiamo realizzato insieme. Ma questa era solo una delle passioni che condividevamo: ci univa l’informatica e tutto quello che riguardava la tecnologia. Oltre a essere mia moglie, era una persona che stimavo. Lei mi ha dato moltissimo e spero di averle dato altrettanto».

I due, oltre che nella vita privata, era uniti anche professionalmente nella società Bluelight Software, che offre consulenza nel settore delle tecnologie dell’informatica. «Abbiamo lavorato insieme per vari anni, specializzati in ambiti diversi. Ora la società non può che morire con lei anche se l’avremmo chiusa comunque perché Annamaria era impegnatissima con le docenze, per l’80% con Ifoa, mentre io da un paio d’anni sono dipendente per un’altra azienda».

Ieri pomeriggio molte persone tra famigliari, amici e colleghi le hanno dato l’ultimo saluto alla Casa Funeraria della Croce Verde, dove le camere ardenti sono rimaste aperte fino alle ore 19. Il funerale si terrà invece oggi alle ore 14, sempre presso la Casa Funeraria della Croce Verde (in via della Croce Verde 2 a Reggio Emilia). Oltre al marito, Annamaria Vecchi lascia la madre Itala Boni e il padre Pierluigi Vecchi. l