Ritrovato l’aereo scomparso, a bordo il corpo senza vita del pilota Ivano Montanari
Dopo oltre 40 giorni di ricerche, il ritrovamento dei rottami in un canalone di Sant’Anna Pelago.
Pievepelago Sono stati ritrovati a Sant’Anna Pelago nel Modenese, i rottami dell’aereo e il corpo senza vita del 61enne reggiano Ivano Montanari, del quale si erano perse le tracce alle 11.22 del 28 gennaio scorso, dopo il decollo dal Campovolo su un Eurostar Evektor Ev97 bianco della scuola di volo Top Gun. Dopo oltre 40 giorni di ricerche, il ritrovamento è avvenuto in un canalone. All’interno dell’aereo precipitato c’era il corpo senza vita del pilota.
Massicce le ricerche messe in campo in questi giorni, con un imponente dispiegamento di mezzi e di uomini per cercare Montanari. Le ricerche si sono concentrate su una vasta zona dell’Appennino, in particolare sul versante modenese, a partire dalla zona tra Pievepelago e Caselle, dove il radar ha smesso di segnalarlo e, al momento della scomparsa, si contavano 60 centimetri di neve.
Le ricerche di Ivano Montanari si sono concentrate su un territorio impervio e innevato. Come puntualizzato durante il vertice alla Prefettura a Modena alla presenza dei Vigili del Fuoco, della Guardia di Finanza, del Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico e dell’Aeronautica Militare, che hanno svolto le ricerche, sono stati perlustrati centinaia di ettari con aeromobili a pilotaggio remoto. Così come tantissime sono state le ore di sorvolo da parte di elicotteri dell’Aeronautica Militare di Poggio Renatico, della Guardia di Finanza, anche dei Comandi di Rimini e di Pisa, dei vigili del fuoco e della Polizia.
Impegnata sul campo anche la Protezione civile così come i carabinieri sono arrivati al Campovolo subito dopo la scomparsa. La Prefettura di Modena il 9 febbraio ha decretato il dispositivo “attivo, ma rimodulato”: significa che sono state organizzate altre ricerche, calibrate sulla base delle condizioni meteo.
Il 289 gennaio scorso Montanari, che viveva a Due Maestà ed era considerato un pilota esperto, era partito dall’aeroporto di Reggio Emilia per sorvolare la collina e scattare qualche foto, complice la giornata di sole. Passata mezz’ora la torre di controllo lo ha chiamato, senza ricevere risposta. Ed è scattato l’Sos che ha fatto partire le ricerche.
«Non ho più visibilità a causa della nebbia»: questa sarebbe stata una delle ultime comunicazioni dall’ultraleggero che Montanari stava guidando e su cui era salito da solo. Poi, all’improvviso, il flightradar, applicazione che monitora e traccia i voli, ha smesso di segnalarlo, nella zona tra Pievepelago e Caselle, sull’Appennino modenese, dove il giorno della scomparsa si contavano 60 centimetri di neve. Da quel momento in poi il vuoto assoluto e la disperazione, fino al ritrovamento avvenuto nel canalone di Sant’Anna Pelago.
Due sono le indagini aperte: una dell’Ente Nazionale Aviazione Civile (Enac), l’altra in Procura per la scomparsa.