Gazzetta di Reggio

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L’intervista alla nuova direttrice del Grade

«Sogno un’ematologia che faccia grandi progressi, con me la rotta è la stessa»

Alice Benatti
«Sogno un’ematologia che faccia grandi progressi, con me la rotta è la stessa»

Valeria Alberti ha ereditato da poco la direzione della fondazione Grade onlus

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Reggio Emilia Dopo tre anni da spalla, anzi, da braccio destro, del direttore Abati, da poco Valeria Alberti ha assunto la direzione della fondazione Grade onlus. Consapevole di avere ereditato «un passato glorioso» (per usare le sue parole) di una realtà reggiana che si è fatta conoscere in tutta Italia per il suo eccezionale Dna solidale, sul futuro sembra avere le idee molto chiare. E tranquillizza: «La direzione sarà la stessa perché credo sia quella giusta».

Partiamo dall’inizio. Quand’è che il suo percorso si è intrecciato con il Grade?

«Mio marito è reggiano e nel 2014 siamo andati alla cena di Natale a favore della fondazione. Lui mi ha raccontato che cos’era e perché era così importante a Reggio: quella sera mi ha parlato anche del progetto di costruzione del Core. Mi sono appassionato e, lavorando per Venturini Baldini, ho cominciato a proporre e creare progetti insieme. Così ho conosciuto meglio Roberto (Abati, ndr), che a un certo punto mi ha chiesto se mi andava di cambiare rotta e di dargli una mano in segreteria. Sono diventata il suo braccio destro e la scorsa estate, dopo un periodo di affiancamento, è cominciato il passaggio di testimone.

In che rapporti siete ora? Sappiamo che lui ha voluto farsi da parte all’interno della fondazione.

«Per rimane un amico. Mi ha detto che quando ho bisogno lui c’è e io so che posso alzare il telefono quando voglio».

Quali progetti sono in cantiere al momento?

«In questo momento sosteniamo due progetti per la cura dei linfomi – in collaborazione con Ail – molto importanti a livello nazionale. Hanno un valore totale di 1 milione e 200mila euro e contiamo di terminare la raccolta fondi prima dei tempi previsti».

Un sogno per il futuro?

«Vengo da un passato glorioso del Grade e sento la responsabilità di rispettare l’impegno verso i donatori, riuscendo a dare il meglio nei reparti. Non dobbiamo scordarci da dove veniamo: siamo il Gruppo Amici dell'Ematologia quindi ho il sogno, che è quello anche del presidente Merli, di vedere fare all’ematologia dei grandi progressi e credo che con la ricerca stia già avvenendo dal momento che ha fatto passi da gigante. La direzione che incarno ricalcherà quella che eredito perché credo sia quella giusta ma darò il mio apporto personale.