Gazzetta di Reggio

Reggio

Carpineti

«Inps ingannata, dipendenti in parte non disoccupati»

«Inps ingannata, dipendenti in parte non disoccupati»

A processo il titolare della Fattoria Monte Bebbio

09 marzo 2023
2 MINUTI DI LETTURA





Carpineti Il blitz nel luglio 2016 degli ispettori del lavoro nella nota Fattoria Monte di Bebbio – con la trasformazione del latte produce yogurt, gelati ed altri derivati – ha portato ad un’inchiesta coordinata dalla pm Piera Giannusa che ora è approdata in un processo.

Il titolare Paolo Toni, 51 anni, è accusato di aver attestato e pagato meno giornate di lavoro di quelle effettivamente fatte da quattro dipendenti a tempo determinato, mentre il resto veniva indebitamente colmato dall’Inps con l’indennità di disoccupazione agricola (che scatta se in un anno lavori almeno 151 giorni). E per la pm Giannusa tutto ciò aveva portato un vantaggio economico all’imprenditore agricolo, non avendo versato contributi previdenziali per quasi 92mila euro. Il reato contestato è “peculato mediante profitto dell'errore altrui” e gli accertamenti investigativi riguardano il lasso di tempo che va dal primo gennaio 2014 al 31 luglio 2016.

Ieri davanti al collegio giudicante – presieduto da Cristina Beretti, a latere i colleghi Giovanni Ghini e Silvia Semprini – sono sfilati due ispettori del lavoro e un ispettore dell’Inps che hanno ricostruito quasi nove mesi di accertamenti per individuare con esattezza i giorni di lavoro nell’azienda agricola dei dipendenti, attingendo non solo dalle testimonianze dei lavoratori, ma anche dai documenti (i registri del laboratorio, i rapporti di trasferimento del latte, i dati delle consegne dei prodotti in negozi e supermercati). Un ispettore ha contestato che vi fossero dei lavoratori assunti con contratto a tempo determinato: «In ambito agricolo è previsto solo per il lavoro stagionale e non è il caso dell’attività che si svolge nella Fattoria Monte di Bebbio». L’indennità di disoccupazione agricola viene richiesta all’Inps dal dipendente. «Io non l’avevo chiesta – ha spiegato in aula un ex autista dell’azienda – poi mi hanno chiamato alla Cia di Castelnovo Monti proprio per l’indennità di disoccupazione e l’ho fatta, ricevendola nel luglio 2017». Il processo proseguirà il 17 maggio, comunque l’avvocato difensore Nino Ruffini replica con i cronisti a fine-udienza: «In sede civile il giudice ha già drasticamente ridotto la pretesa contributiva avanzata dall’Inps. Ora in sede penale si confida nell’assoluzione, in quanto l’imprenditore non risponde per le dichiarazioni di disoccupazione fatte dai dipendenti direttamente all’Inps».l

© RIPRODUZIONE RISERVATA