Siccità, abbassamento da record: le riserve idriche calate dell’80%
Nella nostra provincia lo scenario peggiore rispetto al resto della regione
Reggio Emilia Nella nostra provincia non è piovuto e nevicato meno che nel resto dell’Emilia Romagna, ma rispetto alla media del ventennio 1998-2016 la falda freatica ha subito qui un abbassamento record dell’80%, superiore a quelli delle altre province, a causa della siccità che affligge dal 2021 l’intera regione. Lo comunica l’Osservatorio falde del Consorzio regionale delle bonifiche aderente ad Anbi, l’Associazione nazionale dei consorzi di bonifica. Il livello attuale è di 198 metri sotto la superficie della pianura reggiana, contro la media ventennale di circa 120 metri.
La falda è più bassa in altre quattro province e arriva nella vicina Parma al minimo di meno 243 metri. In nessuna, però, è calata come nel territorio reggiano. Nel parmense il deficit è del 50% rispetto alla media. A Modena la riduzione arriva al 57%, cosicché la falda scende a meno 187 metri. Segue Rimini, che registra un ammanco del 49% calando a meno 237 metri. A Bologna la diminuzione è del 47% (meno 236), a Ferrara del 35% (meno 185 metri). A Piacenza il calo è limitato al 18% (188 metri sotto la superficie) e si riduce al 12% nella provincia di Forlì-Cesena, che è scesa a meno 211.
È un quadro negativo che s’affianca a quello dell’intera area padana. I corsi d’acqua dell’Emilia Romagna accusano una sofferenza minore, ma la fragilità idrica è evidenziata dalle misurazioni delle falde sotterranee effettuate negli ultimi due mesi nelle 120 stazioni dislocate nel territorio regionale, nonostante alcuni giorni di precipitazioni che hanno parzialmente alimentato i torrenti appenninici. Nicola Dalmonte e Raffaella Zucaro, presidente e direttrice generale del Consorzio regionale delle bonifiche, promettono: «L’indagine sull’analisi delle falde che il Cer monitora puntualmente sarà pubblicato con regolare scadenza». Francesco Vincenzi, presidente di Anbi e Anbi Emilia-Romagna, avverte: «La siccità che si preannuncia per i prossimi mesi lancia pesanti dubbi sulla reale possibilità di soddisfare pienamente le richieste. L’auspicio è che gli ultimi apporti nevosi possano almeno facilitare l’infiltrazione delle acque nelle conoidi delle falde». l