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Silk-Faw rinuncia ai 4,5 milioni previsti dal bando regionale

Ambra Prati
Silk-Faw rinuncia ai 4,5 milioni previsti dal bando regionale

L’ad Lamorte: «Non miriamo ai fondi pubblici ma non è la fine»

11 marzo 2023
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Reggio Emilia La notizia – contenuta in una delibera regionale del 7 marzo scorso – è di quelle clamorose: Silk-Faw ha rinunciato al contributo da 4,5 milioni di euro per il fantomatico piano della maxi fabbrica di hypercar di lusso, elettriche e ibride, che dovrebbe sorgere a Gavassa. Potrebbe significare il de profundis per il contestato progetto sino-americano (che i più ritengono ormai abortito) che avrebbe dovuto proiettare Reggio Emilia nel futuro dell’automotive, ora che l’Unione Europea ha indicato nel 2035 la deadline della svolta ecologica nei trasporti.

«Nient’affatto, il progetto va avanti – non si è scomposto il manager Giovanni Lamorte, ad di Silk Sports Car Company Srl, il ramo italiano della società con testa negli Usa e i piedi in Cina –. I fondi pubblici aiutano, ma non è certo nostro intento percepirli in maniera inappropriata se non ci sono le condizioni, ci mancherebbe altro».

La delibera del Settore Attrattività Internazionalizzazione e Ricerca della giunta dell’Emilia-Romagna è intitolata “Revoca del contributo concesso con atto numero 1476/2022 a favore di Silks Sports Car Company Srl (già Silk-Faw Automative Group Italy Srl)» del bando 2021 e «contestuale risoluzione dell’Accordo regionale di insediamento e sviluppo del 27 aprile 2022». Nell’atto amministrativo si ricorda che la somma prevista nel 2021 per “Attrazione degli investimenti in Emilia-Romagna”, con tanto di graduatoria approvata, riguardava il programma presentato da Silk-Faw e prevedeva due tipologie di progetti: il primo, «per il sistema sostenibile di sviluppo motor vehicle», cioè lo stabilimento produttivo, prevedeva «la concessione e l’impegno di 4 milioni di euro a fronte di una spesa ammessa pari a 11 milioni»; la seconda, riguardante «percorsi di formazione di nuovi assunti nelle diverse aeree aziendali e occupazione di lavoratori svantaggiati e disabili», prevedeva 502mila euro. Totale: 4.502.500 euro.

Tuttavia la Regione ha constatato come, sul fronte del personale, «non si è proceduto all’assunzione dell’impegno finanziario», mentre sul progetto della mega fabbrica «con una nota trasmessa via Pec e sottoscritta dal legale rappresentante», Silks Sports «dichiara che intende rinunciare all’accordo». Pertanto la Regione ha deciso di «procedere alla revoca totale del contributo concesso» e «alla presa d’atto della risoluzione dell’accordo sottoscritto il 27 aprile 2022».

Le due somme «non rappresentano una voce di spesa»: perciò gli uffici di viale Moro le hanno disimpegnate e hanno rimesso circa due milioni di euro nel bilancio finanziario gestionale 2022-2024, anno di previsione 2023. La Regione prende atto che «non sono stati disposti pagamenti a favore della società» e che comunque quest’ultima «avverso il presente provvedimento può ricorrere nei termini di legge al giudice ordinario».

È il capolinea del piano o una mossa per mettersi al riparo da eventuali indagini dal momento che se non si percepiscono fondi pubblici non c’è reato? Né l’uno né l’altro, secondo l’ad Lamorte. «Abbiamo rinunciato al bando regionale: poiché non abbiamo fatto attività, non possiamo chiedere soldi. Non significa nulla. Quello dell’Emilia-Romagna era uno dei tanti bandi ai quali abbiamo partecipato: è sfumato. Ma non importa, andiamo avanti lo stesso». l

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