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Il cane tolto al clochard

Iori: «Mi auguro possa riaverlo»

Iori: «Mi auguro possa riaverlo»

Il presidente del consiglio comunale Iori: «Se non aveva segni di violenza o mancanze particolari, mi sembra giusto che il cucciolo torni al suo padrone»

12 marzo 2023
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Reggio Emilia «Bisogna capire le modalità con cui la persona trattava questo animale. Se non aveva segni di violenza e non sono state riscontrate mancanze particolari, una volta vaccinato e microchippato mi sembra giusto che il cucciolo possa tornare dal senza fissa dimora».

Così il presidente del consiglio comunale Matteo Iori interviene sul caso del cane di pochi mesi che un clochard, da qualche tempo stanziato di fronte alla biblioteca in via Farini, venerdì mattina ha dovuto consegnare agli agenti della polizia municipale, una volta messo di fronte a diverse violazioni al regolamento comunale. Il cane non aveva infatti microchip e vaccini.

Sono stati alcuni cittadini a chiamare la centrale operativa esprimendo preoccupazione «per lo stato di salute della bestiola di pochi mesi esposta alle intemperie», come riportato dal Comune.

«Da un lato è positivo che ci sia questa attenzione per animali in situazioni di possibile sofferenza, da un altro fa specie che i cittadini chiamino per il cane e non per il senza fissa dimora, anche se non escludo che qualcuno si sia preoccupato anche di lui. Questa tendenza la vediamo anche sui social: è paradossale vedere quanti like e commenti riceva l’immagine di un animale che soffre e quanta poca solidarietà ricevano alcuni essere umani in situazioni di difficoltà».

Iori, che è stato presidente del Centro sociale Papa Giovanni XXIII Onlus, che a Reggio Emilia si è sempre occupato di persone indigenti, sottolinea il rapporto fondamentale che si crea fra le persone senza fissa dimora e i cani. «Bisogna scardinare dalla mente l’associazione secondo la quale chi vive in condizioni di povertà faccia vivere male l’animale che ha con sé. Certo può succedere ma non è la regola».

Il presidente del consiglio comunale dice anche di avere probabilmente capito chi sia questa persona, a cui il Comune avrebbe offerto un posto (rifiutato) in un dormitorio. Per dare contezza di quello che sta accadendo in altre zone d’Italia, a Milano gli operatori di Save the Dogs, insieme all’istruttrice cinofila Sara Cea, hanno il compito di monitorare i punti nevralgici della città dove è già attivo Progetto Arca, per intercettare i bisogni dei senzatetto che vivono in strada col loro amico a quattro zampe e creare un rapporto di fiducia. L’obiettivo del progetto è fornire a questi animali assistenza veterinaria, facendosi carico delle vaccinazioni, della sterilizzazione (delle femmine) e di eventuali cure complesse nel caso di riscontro di importanti problemi di salute.l

A.B

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