Gazzetta di Reggio

Reggio

Silk-Faw: l’area ritorna agricola. «Avrebbe cambiato il panorama»

Ambra Prati
Silk-Faw: l’area ritorna agricola. «Avrebbe cambiato il panorama»

Borsari (Gavassa Srl): «Peccato, si è persa un’opportunità»

12 marzo 2023
3 MINUTI DI LETTURA





Reggio Emilia «Purtroppo si è persa un’opportunità per il territorio. Peccato, il mega stabilimento avrebbe cambiato il panorama di Reggio». Così Luca Borsari della società Gavassa Srl, proprietaria del terreno dove avrebbe dovuto sorgere il maxi stabilimento Silk-Faw, commenta quello che ormai il Comune di Reggio Emilia ha ufficializzato: i 79mila metri quadrati “aggiunti” a quelli già destinati ad uso industriale saranno cancellati. Il che significa che quella porzione di terreno tornerà agricolo. Manca solo il passaggio formale della Conferenza dei Servizi, convocata per i primi giorni di aprile.

Che il mega stabilimento sino-americano per la produzione di supercar di lusso, elettriche ed ibride, fosse ormai archiviato lo ha sancito una delibera regionale del 7 marzo scorso: prendendo atto della rinuncia da parte di Silk-Faw al bando e al contributo previsto di 4.502.500 euro, la Regione ha proceduto «alla presa d’atto della risoluzione dell’accordo sottoscritto il 27 aprile 2022» e dello storno di quella somma all’interno del «bilancio finanziario gestionale 2022-2024, anno di previsione 2023».

Ieri sulla vicenda è intervenuto, con una nota ufficiale, il Comune di Reggio Emilia: «A seguito della rinuncia da parte di Silk Faw ai termini dell’accordo sottoscritto con la Regione Emilia-Romagna in merito al bando di insediamento e sviluppo, nonché considerata l’assenza a tutt’oggi degli atti relativi alla definitiva acquisizione dell’area di insediamento industriale, il Comune di Reggio Emilia ha già proceduto a convocare per i primi giorni di aprile la Conferenza dei Servizi conclusiva, che prenderà atto della mancanza delle condizioni originali che avevano portato alla definizione dell’Accordo di programma fra gli enti territoriali e la società. Questo comporterà la cancellazione dell’ampliamento previsto per l’area industriale di Gavassa-Prato, pari a circa 79mila metri quadrati rispetto alle previsioni del Piano urbanistico attuativo vigente, ed ogni altro impegno reciproco dei promotori». L’amministrazione comunale ritiene ora necessario «che la ditta mantenga prioritariamente gli impegni nei confronti di dipendenti e fornitori, e auspica che in futuro possa rilanciare la propria attività garantendo continuità aziendale».

La conseguenza del progetto naufragato prima ancora di iniziare è un colpo di spugna sull’ampliamento legato all’accordo di programma: la parte dell’area di Gavassa – 79mila metri quadrati aggiunti ai 280mila già destinati all’urbanizzazione anni addietro – viene stralciata e tornerà definitivamente agricola con l’approvazione del Pug. Il che significa che tornerà poco appetibile. Luca Borsari, presidente di Coldiretti Modena, non si scompone. «Sto leggendo le vicende del progetto Silk-Faw sui giornali. Avevamo già capito che la vicenda Silk-Faw era chiusa da un pezzo – prosegue Borsari –. Per la Gavassa Srl cambia ben poco: il nostro terreno era già a destinazione industriale prima di Silk-Faw e resta tale. Ora che siamo stati liberati dagli impegni continueremo a fare ciò che abbiamo iniziato dal settembre scorso: vale a dire le opere di urbanizzazione della maggioranza dell’area, ai fini dei collaudi e affinché sia tutto pronto per gli insediamenti industriali». l

© RIPRODUZIONE RISERVATA