Turisti svizzeri si perdono a Reggio, soccorsi dagli agenti della Polfer
Il figlio degli anziani coniugi: «Avventura incredibile. Un grazie speciale»
Reggio Emilia «Un’avventura incredibile. Senza l’aiuto degli agenti della Polfer di Reggio Emilia non so, adesso, dove sarebbero i miei genitori. Li ringrazio moltissimo». Così Alfredo Trasatti, 58 anni, residente a Berna, racconta come suo padre e sua madre – entrambi di 88 anni – scesi per sbaglio in stato confusionale alla stazione ferroviaria storica di Reggio, siano stati soccorsi dagli agenti, che dopo averli rifocillati e ospitati hanno avvisato il figlio e si sono preoccupati di farli “scortare” nel viaggio di ritorno in Svizzera.
Venerdì scorso alle 9.10 il personale ferroviario ha segnalato alla Polfer la presenza, sul secondo binario, di una coppia di anziani, alquanto spaesati, che chiedevano informazioni e al contempo non sapevano spiegare perché si trovassero lì. Ai poliziotti i pensionati – Mariateresa Tavolieri e Antonino Trasatti, entrambi classe 1935 e originari di Atri in provincia di Teramo – hanno raccontato di essere partiti in treno il giorno precedente, giovedì, alla volta del paese d’origine; ma durante il viaggio sono scesi più volte a diverse fermate e si sono persi. «Non sappiamo dove ci troviamo».
In tasca avevano solo dei biglietti ferroviari svizzeri e qualche franco: nemmeno un euro. Inoltre il signore aveva una ferita alla mano perché, come ha spiegato lui stesso, era inciampato e caduto; la moglie aveva rotto gli occhiali da vista. Compreso che i coniugi si trovavano in forte difficoltà, la pattuglia li ha fatti accomodare negli uffici, dove si sono tranquillizzati e “sciolti”: facendoli parlare, gli agenti hanno appreso che gli anziani sono cittadini svizzeri, abitano vicino a Berna e hanno un figlio di nome Alberto. Il suo numero di telefono? Lo avevano scritto su un foglietto. Ottenuto quello, gli agenti hanno contattato il figlio: gli hanno spiegato la situazione e, poiché i genitori non avevano soldi e non erano capaci di orientarsi, gli hanno proposto di comprare i biglietti per il ritorno a Berna e di inviarli via mail. Nel frattempo i poliziotti hanno offerto il pranzo ai pensionati, per poi (una volta arrivati i biglietti Reggio-Milano e Milano-Berna) accompagnarli al treno.
«Quando venerdì mattina ho ricevuto la chiamata dalla Polfer di Reggio Emilia, io non sapevo nemmeno che i miei genitori fossero partiti: da due giorni il telefonino squillava a vuoto – spiega Alberto –. Non ho ancora capito come siano arrivati lì. Loro hanno detto che cercavano una medicina, ma il loro medico è a Berna, dove abitano da più di 70 anni: ad Atri non hanno più alcun parente. Mia madre è malata e penso che stavolta mio padre l’abbia seguita nel suo stato confusionale; non era mai accaduto in precedenza».
Tra l’altro, prosegue il figlio, nello scendere a Milano la coppia si è persa di nuovo. «Essendo in ansia ho contattato la Polfer di Milano, che mi ha risposto che non potevano farci niente. Allora ho richiamato Reggio Emilia, che ha contattato i colleghi di Milano: solo a quel punto la Polfer di Milano li ha portati sul treno giusto. Una bella differenza». I coniugi sono arrivati a Berna alle 22 di venerdì. «Senza chiavi di casa e senza documenti, ma sani e salvi». l