Gazzetta di Reggio

Reggio

Il maxi raduno

Una carica di 1.300 harleysti ha sfilato e incantato la città

Ambra Prati
Una carica di 1.300 harleysti ha sfilato e incantato la città

A Reggio da tutta Italia per l’apertura della stagione Il club dell’Etna: «Ben 2.520 chilometri per essere qui, tra nebbia e pioggia»

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Reggio Emilia «È il raduno dei record: compreso lo staff, siamo in 1.300 per circa mille moto». Marco Davoli, titolare di Onorio Moto quartier generale dei padroni di casa dell’Emilia-Romagna Chapter, non nasconde la soddisfazione. Il “Rompighiaccio 2023”, il raduno che ogni anno apre la stagione dei club associati all’Hog (Harley owners group), manifestazione nazionale ufficiale che da tre anni si svolge a Reggio Emilia, ha superato per numeri le precedenti edizioni.

Ieri mattina il lungo serpentone di Harley-Davidson – sabato sono stati 770 i primi arrivati a Correggio –, che dalla Bassa hanno sfilato fino a Reggio scortate dalla polizia stradale, ha attirato la curiosità dei reggiani: molte le persone che, per godersi lo spettacolo inusuale accompagnato dal rombo dei motori, si sono posizionate lungo il percorso o all’arrivo. La meta finale, raggiunta verso mezzogiorno, è stata l’autosalone Ruote da Sogno a Buco del Signore, teatro di un maxi pranzo – quattro le sale stipate di commensali tra le auto e moto d’epoca in mostra –, mentre sul palco si svolgevano premiazioni e discorsi di manager dell’Harley-Davidson Italia.

«Quest’ultima conta 55 chapter, cioè club, in tutta Italia – prosegue Davoli –. A Reggio sono presenti 45 chapter: la quasi totalità. Non a caso l’Italia è il Paese che conta il maggior numero di appassionati harleysti».

Che il mercato florido delle Harley – superato lo stallo del periodo Covid, quando occorrevano mesi per la consegna dei modelli dall’America – non conosca crisi lo sottolinea Stefano Aleotti, patron di Ruote da Sogno. «La partnership con Hog è rodata perché, al di là della location, qui a Reggio trovano un’organizzazione incredibile: uno staff di 50 persone, volontari di Croce Verde e Croce Rossa, forze dell’ordine – spiega Aleotti –. Le Harley-Davidson sono richiestissime: a un amico, che ha comprato un modello con sella in pitone anni addietro a 5mila euro, ne sono stati offerti 35mila. L’interessato non ha voluto separarsene». Reggio caput mundi. «Siamo felici di ospitare il popolo degli harleysti: non li ferma nessuno, sono persone splendide, educate e allegre».

«La socialità è un aspetto fondamentale: con le iniziative Harley sono nate solide amicizie», rimarca Tiziano Panisi, tesoriere dell’Emilia-Romagna Chapter, che quest’anno inanellerà una serie di anniversari: «Il ventesimo anno del nostro club, il quarantesimo di Hog e i 120 anni di Harley-Davidson, con mega raduni da Bologna a Budapest». Panisi smentisce l’identikit degli harleysti single: «Ci sono famiglie intere, come quella che ha portato i figli su un trike (un chopper a tre ruote)».

Tra gilet di pelle d’ordinanza e il simbolo dell’aquila Hog ovunque, l a festa colorata degli harleysti ha contato club provenienti dall’intero stivale. Coloro che hanno macinato più chilometri sono stati gli otto siciliani dell’Etna Chapter. «Siamo partiti venerdì e abbiamo percorso 1.260 chilometri solo andata, 2.520 in totale – spiega Vincenzo Maimone –. Abbiamo trovato il sole, poi la nebbia e la pioggia battente. Ma è il bello della libertà delle due ruote: è un viaggio nel viaggio». Al suo fianco Gordon, con cittadinanza maltese, mostra un peluche portafortuna, tra brindisi e goliardate. «Questo è il giorno in cui si tira fuori la moto dal garage: non si può mancare». Le mogli? «La mia non c’è per impegni di lavoro, ma anche lei guida una Harley. È una passione che unisce».