Gazzetta di Reggio

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25 aprile

Casa Cervi, la preside antifascista ospite alla festa per la Liberazione

Casa Cervi, la preside antifascista ospite alla festa per la Liberazione

Annalisa Savino, la dirigente del liceo Da Vinci, sul palco il 25 aprile

14 marzo 2023
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Reggio Emilia «Vogliamo occuparci della scuola, e farlo prima di ogni deriva e di ogni insidia. Non dopo». Così da Casa Cervi annunciano la partecipazione alla Festa del 25 aprile di Annalisa Savino, la dirigente del liceo Da Vinci di Firenze autrice della lettera rivolta agli studenti dopo le violenze avvenute davanti al liceo Michelangiolo, dove due studenti del Collettivo sono stati colpiti da sei ragazzi appartenenti all’organizzazione di estrema destra Azione studentesca.

«Il fascismo in Italia non è nato con le grandi adunate da migliaia di persone. È nato ai bordi di un marciapiede qualunque, con la vittima di un pestaggio per motivi politici che è stata lasciata a se stessa da passanti indifferenti», scriveva la dirigente, finita nel mirino del ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, per il quale «pensare che ci sia un rischio fascista è ridicolo».

Dichiarazioni che hanno innescato una bufera nei confronti del ministro, culminata con il corteo di 25mila persone fra studenti, politici e sindacati, scese in piazza a Firenze per protestare contro il governo. In prima linea, a sostegno della preside, anche l’Istituto Alcide Cervi, che ha preso posizione sull’aggressione di stampo fascista e nel dibattito tra la scuola, le istituzioni e la cittadinanza attiva che si è sviluppato da quei fatti.

Nelle prime ore dopo la lettera agli studenti, la presidente dell’Istituto Cervi, Albertina Soliani, ha inoltre invitato la professoressa Annalisa Savino ad essere a Casa Cervi sul palco del 25 aprile, Festa della Liberazione, «per una testimonianza diretta di una scuola democratica, viva, che educa alla consapevolezza e alla vigilanza civile. In una parola, una scuola antifascista. Una scuola libera perché liberata, poco meno di 80 anni fa, dalla dittatura». La docente, fanno ora sapere da Casa Cervi, ha accettato l’invito, «da concretizzarsi il 25 aprile stesso o nei giorni immediatamente successivi, si spera accompagnata da una delegazione di studenti del suo liceo».

«La speranza – commentano da Casa Cervi – è di poter avere a Casa Cervi e in tutto il Paese sempre più testimonianze dei protagonisti della scuola come quelli che abbiamo visto nella piazza di Firenze, con tanti studenti, insegnanti e dirigenti scesi a manifestare insieme a molte espressioni sindacali e politiche che condividono la nostra preoccupazione. Non la preoccupazione contro una minaccia, ma una preoccupazione per la scuola, in favore della scuola e delle generazioni di cittadini italiani e non solo che vi crescono dentro». E ancora: «Vogliamo occuparci della scuola, e farlo prima di ogni deriva e di ogni insidia. Non dopo. Per questo si stanno intensificando le azioni, le iniziative e la partecipazione rivolte agli studenti e alle istituzioni scolastiche. Ci occupiamo della scuola con gli oltre seimila studenti che sono venuti e verranno a praticare l’educazione alla storia e alla memoria a Casa Cervi, solo in questo anno scolastico. Ci occupiamo della scuola con i percorsi di formazione degli insegnanti, sempre più rivolti all’educazione alla cittadinanza. Ci occupiamo delle piazze in difesa della scuola con il nostro podcast “Il Raccolto”, e in molti altri modi. La scuola, come la democrazia, o è antifascista o non è».

Sull’invito interviene anche il professor Andrea Rapini, membro del Consiglio Nazionale e professore associato di storia Unimore. «Per la nostra storia e per il nome che portiamo siamo particolarmente sensibili verso l’evento di Firenze del 18 febbraio e i suoi sviluppi successivi – spiega il docente – Nel pieno rispetto dell’attività inquirente della magistratura, l’Istituto Cervi condanna l’aggressione squadrista avvenuta davanti al Michelangiolo, di cui sono responsabili sei ragazzi iscritti a Azione studentesca, la struttura giovanile di Fratelli d’Italia. A questo proposito, ci riconosciamo nelle parole indirizzate agli studenti dalla professoressa Savino, preside del Da Vinci, il 21 febbraio. In quelle parole ravvisiamo non solo l’ossequio formale della Costituzione nata dalla Resistenza al nazi-fascismo, laddove garantisce la libertà di insegnamento (comma 1, art. 33), ma anche il suo spirito più vitale che echeggia nell’accorato invito a non essere indifferenti di fronte alle violenze, come accadde alle origini del Fascismo, o nella sollecitazione a aprirsi verso il mondo senza chiusure nazionalistiche».

Il docente Unimore rimarca che «al tempo stesso, ci preoccupa la reazione del ministro dell’istruzione e del merito Giuseppe Valditara che, anziché deplorare immediatamente il pestaggio con una dichiarazione chiara, ha censurato la lettera della professoressa Savino arrivando a intimidirla con la minaccia di prendere provvedimenti “se l’atteggiamento dovesse persistere”. Noi speriamo davvero che quell’atteggiamento persista e non mancheremo di essere a fianco di tutti gli insegnanti, di tutti gli studenti, di tutte le donne e gli uomini che cercano di far vivere la Costituzione».