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Il caso

«La mia cagnolina si chiama Maya, aiutatemi a farmela restituire»

Alice Benatti
«La mia cagnolina si chiama Maya, aiutatemi a farmela restituire»

Fluturas Copot, rumeno senza fissa dimora, è a Reggio dalla scorso inverno. Venerdì scorso si è visto costretto a consegnare la cagnolina ai vigili perché sprovvista di microchip e non vaccinata

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Reggio Emilia Davanti alla farmacia comunale affacciata su piazza Prampolini un uomo siede sopra un borsone rivestito da una coperta quadrettata bianca e rossa. «Mi scusi, è lei la persona che aveva la cagnolina?». «Sì, sono io», risponde subito. «Come si chiama?». «Maya». «Bellissimo nome. Ma intendevo lei, come si chiama?». Dalla tasca estrae un vecchio portafoglio, che spalanca per mostrare un documento.

Fluturas Copot, si legge sulla carta d’identità, originario di Târgu Neamt, città della Romania di quasi 21mila abitanti nel distretto di Neamt, nella regione storica della Moldavia.

«Cosa le avevano detto i vigili?», gli domandiamo per verificare la versione di Gianni Marconi, il cittadino che aveva riportato alla Gazzetta la convinzione dell’uomo di riavere il cucciolo di pochi mesi che si era visto portare via dagli agenti dalla polizia municipale perché sprovvisto di libretto sanitario, microchip e vaccini. «Che me lo ridanno dopo 10 giorni perché dovevano mettergli il chip», conferma. «A me sembravano tanti, ma mi avevano detto che c’erano di mezzo i sabati e le domeniche», aggiunge l’uomo. Dalla tasca, questa volta, tira fuori un foglietto di carta scritto a mano su cui si legge «canile comunale Reggio Emilia, via Falesina n°4, 0522943704». «Mi hanno lasciato questo» spiega. «La cagnolina è lì adesso, lei vorrebbe riaverla?». «Certo» risponde lui: «Me la riuscite a riportare?», domanda speranzoso. Naturalmente, non gli diamo false speranze. Al momento, da solo, senza un aiuto, realisticamente Fluturas Copot difficilmente riuscirà a riavere la cagnolina. Domenica, infatti, contattata dal nostro giornale, Isabella Bertoldi, responsabile del canile comunale di Cella, dove ora si trova Maya, ha spiegato che, una volta microchippata e sottoposta alla necessaria profilassi sanitaria, sarà data in adozione. «Dubito che il clochard venga a reclamare il cane e, nel caso, dovrà fare anche lui una richiesta secondo le regole in vigore. E se non è un cittadino italiano, come mi è sembrato di capire, non potrà nemmeno chiedere di adottarlo».

Per legge, lo ricordiamo, entro il secondo mese di vita il proprietario del cane ha l’obbligo di fargli impiantare il microchip (chi non glielo fa impiantare dal veterinario entro i limiti previsti è punito con una multa da 25 a 150 euro). Maya, però, sempre secondo la responsabile del canile, che ha riportato che la cagnolina è in salute, «non ha più di due mesi». Sempre legalmente, è possibile adottare un cucciolo non prima dei sessanta giorni di vita.

Fluturas, che in centro storico a Reggio, in particolare davanti alla biblioteca di via Farini, staziona dallo scorso inverno, spiega che Maya viene dalla Romania, dove vive la sua famiglia, a cui manda i soldi dell’elemosina. Nel suo telefono, le ultime foto della galleria li ritraggono insieme. Sono della settimana scorsa e proprio una settimane è il tempo che dice che hanno passato insieme prima della separazione. Giorno e notte, per strada. Perché lui in dormitorio non ci vuole andare. «Dopo due giorni si paga», dice. «Io voglio mandare i soldi alla mia famiglia». Solitamente, inoltre, i cani non sono ammessi nei dormitori pubblici, principalmente per motivi igienici e logistici. Una questione che si dibatte da tempo e che è stata affrontata con iniziative isolate in alcune città. A Bologna, ad esempio, un paio di anni fa è nato Canile rifugio, lo spazio di accoglienza di Asp Città di Bologna e Open Group pensato appositamente per chi ha un cane e non si trova in un contesto abitativo stabile. Agli ospiti è garantita una collaborazione continuativa con un veterinario (per le vaccinazioni, gli esami del sangue, la prescrizione di cure e interventi sia a domicilio che in ambulatorio), l’acquisto di medicinali a minor prezzo e la distribuzione gratuita di cibo secco e in scatola. Collaborazione che sarebbe preziosa anche per Fluturas, qualora dovesse riuscire a ricongiungersi con Maya. Come ha dichiarato alla Gazzetta Giorgio Micagni, direttore del servizio veterinario dell’Ausl di Reggio Emilia, «se il senza tetto a cui è stata sottratta la cagnolina dimostrerà che è in grado di gestire l’animale e darà delle garanzie in questo senso, potrebbe anche vederselo restituire. Perché no?».