Gazzetta di Reggio

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Reggio Emilia, partita la scommessa sul rilancio del centro

Roberto Fontanili
Reggio Emilia, partita la scommessa sul rilancio del centro

Il Comune ha coinvolto anche il Politecnico di Milano Obiettivo rendere più spiccata e qualificata l’offerta

15 marzo 2023
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Reggio Emilia I cartelli con la scritta “Vendesi” sui negozi e gli esercizi commerciali in centro storico sono piuttosto rari, più numerosi quelli con il cartello “Affittasi”. E poi ci sono quelli con le serrande abbassate e basta. Con differenze sostanziali tra le diverse aree della città. Via Roma e zone limitrofe, al pari di quella alle spalle di piazza Prampolini e piazza San Prospero, rispetto alla via Emilia, sono tra le zone più colpite da questa desertificazione. Tiene invece bene la zona stazione (dove i locali vuoti sono il 6%) grazie ai negozi e agli esercizi etnici.

In centro sono circa 400 i locali vuoti, quelle vetrine spente e abbandonate che intristiscono città e cittadini e che sono pari al 20,6% degli spazi esistenti.

Ma questo non significa che in centro storico tutti i locali vuoti sono disponibili perché, e questa è una specificità tutta reggiana, ci sono anche molti proprietari che non sono intenzionati a vendere o ad affittare. Vuoi perché non interessati o per evitare concorrenze sgradite di altri commercianti o perché il canone mensile proposto è troppo elevato rispetto al mercato.

È una immagine impietosa quella del nostro esagono cittadino che conferma una situazione di crisi generalizzata dei centri storici delle città italiane, con Reggio che non fa eccezione. Anzi, dicono dal Comune, «la situazione nel nostro esagono è migliore di altre città a noi vicine e delle stesse dimensioni di Reggio».

A certificare quello che gli occhi dei reggiani vedono ormai da anni e che la pandemia ha ulteriormente aggravato, al pari della diffusione dell’e-commerce, è un’indagine che il Comune ha affidato al Politecnico di Milano con l’obiettivo di ridisegnare il centro storico. Un percorso che si concluderà con gli Stati generali a maggio dopo una fase di analisi, monitoraggio e un confronto con commercianti, residenti, cittadini, proprietari immobiliari, Ordini professionali, istituzioni culturali, Università, grande distribuzione presente in centro, Unindustria e sindacati.

Il futuro è da scrivere, ma un dato già ieri in occasione della presentazione della prima fase dello studio è chiaro: il centro storico non dovrà essere più visto e inteso, come è avvenuto fino ad ora sulla linea della Legge Regionale 41 del 1997, solo come un centro commerciale naturale all’aperto, ma come un contenitore multifunzionale in cui convivono più funzioni: dal commercio al dettaglio, all’artigianato, al terziario avanzato a bar e ristoranti, a spazi culturali e di intrattenimento in cui il ruolo del Comune dovrà essere quello di facilitatore e di promotore di insediamenti di qualità in grado di fare da traino e da magnete di attrazione. Uno scenario che presuppone, ha detto Luca Vecchi, che «per il rilancio del centro storico anche i privati devono fare la loro parte con la costruzione di un patto pubblico-privato condiviso fra l’amministrazione e tutti gli attori in campo. Nel quadro del Progetto di valorizzazione commerciale urbana e di marketing del centro storico, saranno importanti anche l’aggiornamento dei Regolamenti comunali in materia di commercio, la mobilità, le diverse vocazioni degli spazi pubblici urbani, e la realizzazione di eventi di carattere sociale e promozionale con il coinvolgimento di tutti soggetti interessati».

A presentare ieri i primi dati dello studio “Percorso di valorizzazione urbana, socio-economica e di marketing del centro storico” sono stati, oltre al sindaco Luca Vecchi, l’assessora Mariafrancesca Sidoli e Luca Tamini, professore di Urbanistica al Politecnico di Milano e direttore scientifico del Laboratorio Urbanistica e Commercio. L’assessore Sidoli ha sostenuto che «le nuove sfide rendono superata la legge regionale di 26 anni fa, che definisce i centri storici come “centri commerciali naturali”. Una riflessione che implica l’allargamento dei soggetti coinvolti su uno spazio complesso e dinamico come il centro storico».l