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«Sognate le cose impossibili e datevi da fare per realizzarle»

Elisa Pederzoli
«Sognate le cose impossibili e datevi da fare per realizzarle»

Il messaggio dell’astronauta Nespoli ai ragazzi delle scuole

16 marzo 2023
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Correggio Se è di esempi che i giovani hanno bisogno, quello che è salito “in cattedra” ieri mattina in Sala 25 Aprile grazie all’iniziativa del Circolo Culturale Frassati – attivo da 45 anni e presieduto da oltre 10 anni da Fernanda Foroni – ha tutti i titoli per esserlo. Paolo Nespoli, ex ufficiale dell’Esercito italiano e ingegnere, ha portato la sua esperienza di astronauta con alle spalle 313 giorni di vita nello spazio ai ragazzi di alcune classi delle scuole medie e superiori di Correggio.

«Provarci»

«Il modo migliore per non realizzare quello che vuoi fare, è non provarci» ha detto provocatoriamente alla sua platea di giovanissimi. E lui è certamente non solo uno che ci ha provato, ma che ci è riuscito, ad altissimi livelli. Con indosso la blusa blu con i simboli delle sue missioni, ha raccontato davanti a una sua foto di lui bambino di quando diceva di sognare di fare l’astronauta. Erano gli anni dell’allunaggio di Neil Armstrong. «Pensavano che fossi uno svitato; quante probabilità ci sarebbero state per un ragazzo di provincia di andare sulla Luna? Nessuno ci credeva. E anche io sapevo che non era così facile».

Eppure, la meta era quella, anche se è partito da lontano per arrivarci. «Quando cercavo di capire cosa fare da grande, è arrivata la cartolina per andare a fare il militare. Sono partito e ho scelto i paracadutisti, dove sono diventato istruttore» ha raccontato Nespoli, che in seguito scelse di rimanere nell’Esercito, divenne prima sottufficiale, entrò nelle forze speciali degli Incursori. Nel 1982, partì con il contingente di pace in Libano. «Una volta tornato, quando ero già ufficiale, una persona mi ha chiesto: cosa vuoi fare da grande? Volevo fare l’astronauta, ma era chiaro che fino a quel momento non ci avevo mai provato. A 27 anni, ho lasciato l’Esercito e ho ricominciato da zero, cercando di acquisire i requisiti che mi mancavano per partecipare ai bandi per diventare astronauta: una laurea tecnica e saper parlare inglese. Mi sono iscritto a un corso di laurea americana per fare le due cose contemporaneamente».

Nello spazio

È il 1998 quando, al terzo tentativo, venne preso per diventare astronauta. «Aveva già 40 anni, potevo dire che il treno era già passato...» ha ammesso. E invece, per Nespoli quello non fu che l’inizio. Venne selezionato come membro del corpo astronauti dell’Agenzia spaziale europea, andò alla Nasa per l’addestramento.

Nespoli ha messo a disposizione dei ragazzi di Correggio non solo la sua straordinaria vita, le tre missioni nello spazio, quelle che lo hanno fatto stare in orbita complessivamente per 313 giorni, attraverso episodi e curiosità legati alla vita nella Stazione spaziale internazionale. Ha consegnato nelle mani degli studenti e delle studentesse che lo sono venuti ad ascoltare una straordinaria verità: che i sogni si possono realizzare, se ci si crede e se ci si impegna a fondo per realizzarli.

In un’epoca in cui i modelli di riferimento li raccontano i social e in cui l’aspirazione prevalente sembra essere diventata quella di vivere la vita degli influencer, ieri grazie all’iniziativa del Circolo Frassati i ragazzi hanno potuto ascoltare l’esperienza nello spazio di un uomo che a un certo punto della sua vita ha scelto di inseguire il suo sogno davvero fuori dall’ordinario e si è impegnato a fondo per realizzarlo, studiando e preparandosi, mettendosi in gioco.

Il messaggio

Di quei suoi 313 giorni a 400 chilometri dalla terra, ha raccontato l’emozione di assistere ogni giorno a 16 albe e 16 tramonti, le sfide di vivere senza forza di gravità e ha mostrato il video della Nasa che ha raccolto alcune delle 500mila foto che lui stesso ha scattato della Terra. «Si possono vedere cose che qui, noi, non percepiamo. Renderci conto di come quello che dalla Terra ci sembra importante, non ci aiuti necessariamente a mantenerci in armonia con questo pianeta» ha sottolineato.

A margine dell’incontro, c’è stato il tempo per lanciare un messaggio: «Dico sempre ai ragazzi di sognare delle cose impossibili. E di non perdere tempo per qualcosa che c’è già. Poi però, dopo aver sognato, immaginato, bisogna svegliarsi e darsi da fare per farlo: anche le cose impossibili, ogni tanto si riescono a fare».l